Un dettaglio che sembra tecnico può stravolgere la tua attività. Massimo, commercialista da oltre vent’anni, lo ha capito nel momento in cui ha aperto la circolare Inps di fine marzo. Lì dentro si parlava dei nuovi codici Ateco 2025. Sì, quei numeri che identificano ogni attività economica.
Ma questa volta qualcosa era diverso: il cambiamento non era solo statistico. Dietro quelle cifre si nascondeva una rivoluzione silenziosa che riguarda ogni partita Iva. Anche la tua.
All’inizio sembrava la solita comunicazione burocratica. Massimo aveva già affrontato tante novità nel corso della sua carriera, ma questa lo ha subito fatto drizzare le antenne. I codici Ateco, cioè i codici che l’Inps e l’Agenzia delle Entrate usano per identificare partite Iva e aziende, erano fermi al 2007. Da gennaio 2025, invece, è entrato in vigore il nuovo sistema, allineato con la classificazione europea Nace Rev. 2.1. E ora, con la circolare numero 71 del 31 marzo, anche l’Inps ha ufficializzato l’adeguamento.
Massimo ha iniziato a ricevere telefonate da clienti preoccupati. “Devo aggiornare qualcosa nei flussi Uniemens?”, “E se apro una nuova attività, quale codice uso?”. Il problema era reale: molti lavoratori autonomi e aziende non sapevano se il loro codice di attività economica fosse ancora valido. E da aprile 2025, usare il codice sbagliato può significare errori nei contributi, sospensioni o controlli.
Il cambiamento interessa soprattutto chi è iscritto alla gestione separata Inps. I vecchi codici rimangono provvisoriamente validi per chi è già attivo, ma i nuovi iscritti devono usare i codici Ateco 2025 da subito. Anche nei flussi Uniemens, i professionisti dovranno iniziare ad aggiornare le informazioni trasmesse.
Massimo ha quindi iniziato a verificare ogni cliente, specialmente quelli che operano nel digitale, dove il vecchio sistema non li rappresentava più: influencer, videomaker, consulenti online.
Per le gestioni speciali di artigiani e commercianti, l’Inps aggiornerà a breve le procedure di classificazione. Intanto, però, il consiglio è di monitorare il cassetto previdenziale e farsi supportare da un professionista per non incorrere in errori.
La parte più delicata riguarda i datori di lavoro. Dal 1° aprile, tutte le nuove imprese devono registrarsi usando il codice Ateco 2025. Lo stesso vale per l’aggiornamento delle posizioni previdenziali e per l’assegnazione del codice statistico contributivo (Csc). Un errore qui può causare problemi con i contributi e con eventuali ispezioni. Per aiutare nella transizione, l’Istat ha pubblicato una tabella di corrispondenza tra vecchi e nuovi codici, ma interpretarla non è sempre immediato.
Massimo, ormai, ha imparato a gestire il nuovo scenario. Ha capito che il codice Ateco non è un semplice numero: è la carta d’identità della tua attività. E se è sbagliato, racconta al fisco una storia diversa da quella che vivi ogni giorno.
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