Attento a cosa scrivi nella causale del bonifico! Potresti trovarti in guai seri senza nemmeno rendertene conto

Un piccolo errore, una svista o una frase mal formulata possono trasformarsi in un incubo fiscale o legale.

Immagina di dover fare un semplice bonifico bancario. Inserisci l’importo, scegli il destinatario e, senza pensarci troppo, scrivi una causale qualsiasi. Un’operazione quotidiana, giusto?

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Attento a cosa scrivi nella causale del bonifico-trading.it

Peccato che una descrizione sbagliata possa scatenare problemi che vanno ben oltre il fastidio di dover correggere un errore. Dalle indagini per evasione fiscale alle controversie legali, fino al blocco improvviso del conto bancario, le conseguenze possono essere più gravi di quanto immagini.

Vediamo insieme alcuni esempi concreti che dimostrano quanto una semplice stringa di testo possa fare la differenza.

Rischi fiscali e legali delle causali errate nei bonifici

Davide, consulente informatico freelance, riceve un pagamento di 5.000 euro da un cliente per un servizio professionale. Per evitare l’IVA, il cliente gli chiede di scrivere “Regalo per amicizia” nella causale del bonifico invece di “Pagamento consulenza IT”.

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Rischi fiscali e legali delle causali errate nei bonifici-trading.it

A prima vista, può sembrare una scorciatoia innocua. Tuttavia, se l’Agenzia delle Entrate dovesse intercettare il bonifico durante un controllo fiscale, potrebbe chiedere a Davide di giustificare l’origine della somma. A quel punto, provare che non si tratta di un vero regalo, ma di un compenso non dichiarato, sarebbe complicato.

Le conseguenze? Multe per evasione fiscale, possibili accertamenti su pagamenti simili ricevuti in passato e, nei casi più gravi, sanzioni penali. Insomma, un errore di questo tipo può trasformarsi in un problema serio.

Giuliana sta divorziando e deve versare 800 euro al mese per il mantenimento del figlio. Un giorno, per errore, scrive “Prestito temporaneo” nella causale del bonifico invece di “Mantenimento figlio – mese di gennaio”.

Il suo ex marito ne approfitta: in tribunale, sostiene di non aver ricevuto il mantenimento e utilizza la causale errata per richiedere un’ingiunzione. Giuliana si trova improvvisamente nella difficile situazione di dover dimostrare che il pagamento non era un prestito.

Il giudice potrebbe obbligarla a pagare di nuovo la somma e, oltre al danno economico, Giuliana potrebbe subire ripercussioni negative nella causa di divorzio. Il tutto per una semplice distrazione nel compilare un bonifico.

Come evitare problemi con la giusta causale

Amalia decide di aiutare economicamente un amico e gli invia 7.000 euro, scrivendo come causale “Contributo per attività”. A prima vista, nulla di strano. Tuttavia, la banca nota che Amalia non è né un’impresa né un’associazione e segnala l’operazione ai controlli anti-riciclaggio.

Risultato? Conto bloccato per accertamenti, richiesta di documenti per giustificare il bonifico e, se le spiegazioni non sono convincenti, possibile segnalazione all’Agenzia delle Entrate. Una semplice donazione rischia di trasformarsi in un incubo burocratico.

Per evitare problemi, la regola d’oro è una sola: essere chiari e trasparenti. Evita espressioni ambigue come “Regalo”, “Contributo”, “Prestito” o “Attività” se non descrivono esattamente la natura del pagamento. Se si tratta di un compenso lavorativo, specifica “Pagamento per servizio X”. Se è un aiuto a un amico, puoi scrivere “Sostegno economico a Tizio”.

Le banche, il fisco e le autorità giudiziarie non possono leggere nel pensiero: si basano solo sulle informazioni che fornisci. Scrivere una causale precisa può sembrarti un dettaglio insignificante, ma in realtà può evitarti grossi guai.

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