Le aste immobiliari stanno vivendo un momento d’oro ed è incredibile quello che sta accadendo: finalmente è arrivato il momento giusto? Analizziamo tutti i fattori in causa.
Nel primo semestre del 2022 le aste immobiliari stanno vivendo un momento d’oro a seguito del crollo registrato durante la pandemia e, in particolare, durante i diversi lockdown. Coloro che vogliono vendere un immobile, dunque, dovrebbero approfittare del momento perché è veramente incredibile quello che sta accadendo.
Scopriamo e analizziamo insieme tutti i fattori in causa che hanno determinato tale momento favorevole. Il punto della situazione, inoltre, come riportato da Wall Street Italia è stato fatto dl team di Reviva, che si occupa di vivacizzazione delle aste immobiliari.
Aste immobiliari, un’analisi dei primi mesi del 2022
Dall’inizio del 2022 a questo mese di giugno, il nostro Paese ha registrato ben 108.307 aste immobiliari: un numero davvero sorprendente per soli sei mesi. Infatti, rispetto al primo trimestre 2021 il rialzo è stato di oltre il 16%. Dunque, c’è ancora un calo rispetto al 2019 ma la ripresa rispetto ai tempi di pandemia è davvero palese e florida.
In questo contesto, dunque, ciò che fa notizia e che rende il momento propizio per la vendita è l’aumento significativo dell’offerta minima per l’acquisto di un immobile. “Se, infatti, nel 2021 l’offerta media minima era di € 82.473, ora che sono tornati in asta tutti gli immobili relativi alle procedure sospese, molti dei quali per la prima volta o comunque con un minor numero di ribassi e quindi a prezzo più alto, il valore medio è schizzato € 112.264“. In questo modo ha commentato il co-fondatore di Reviva Giulio Licenza per Wall Street Italia.
Per quanto riguarda, invece, le categorie di immobili interessati da tale momento, la minor parte consiste in immobili non residenziali come uffici, negozi o lavoratori. Più del 50%, infatti, riguarda proprio le abitazioni e gli immobili ad uso residenziale.
Aste telematiche: da non dimenticare assolutamente
Categoria a parte è costituita dalle aste telematiche che, ormai, si sono diffuse in modo capillare nel nostro Paese. Addirittura, quest’anno, tale modalità ha conosciuto un aumento del 243% rispetto al 2019 e oggi rappresenta quella più conosciuta e utilizzata per l’acquisto di immobili.
“Per partecipare ad un asta telematica, però, è necessario essere muniti di PEC, firma digitale e passare attraverso un processo di compilazione estremamente lungo e complesso, con il risultato che un gran numero di offerte vengono considerate invalide o comunque vengono esclusi buona parte dei privati che sono normalmente sprovvisti di questi strumenti, con un risultato anche in questo caso negativo sulle vendite“, continua Giulio Licenza.