In alcuni casi lo Stato può richiedere indietro i soldi erogati per l’Assegno Unico. Due le modalità principali: mini trattenute o pagamento diretto.
Le segnalazioni si sono moltiplicate negli ultimi mesi, confermando le indiscrezioni circolate con insistenza di recente. A quanto pare lo Stato sta chiedendo il rimborso dell’Assegno Unico, con i cittadini costretti a rispedire al mittente i soldi ricevuti dalle istituzioni. Sono diverse le motivazioni che possono spingere le autorità a richiedere una restituzione dei soldi ma non tutti ne sono a conoscenza. Se si ha accesso al beneficio è bene rimanere informati sulla questione, per non incappare in brutte e spiacevoli sorprese da un giorno all’altro.
In ogni caso il beneficiario riceverà una comunicazione ufficiale da parte dell’INPS, all’interno verranno specificate le ragioni del rimborso richiesto. Le modalità di restituzione, invece, possono variare; ad esempio potranno essere effettuate delle trattenute sui futuri pagamenti dell’assegno oppure sarà richiesto il pagamento diretto. I contribuenti dovranno conservare le informazioni relative al proprio reddito e alla composizione del nucleo familiare per scongiurare ulteriori problematiche nella procedura di restituzione dei soldi.
Assegno Unico, così lo Stato chiede i soldi indietro. Perché viene chiesto il rimborso?
Possono essere diverse le motivazioni alla base di una richiesta di rimborso di tutto o parte dell’importo erogato ai cittadini sotto forma di Assegno Unico. Ad esempio l’INPS potrebbe rilevare un errore nel calcolo della somma dovuta al contribuente, per via di informazioni errate o incomplete fornite dallo stesso.
Ma non solo perché l’Istituto potrebbe chiedere indietro i soldi se il reddito del nucleo familiare dovesse superare le soglie previste e se non sia stata comunicata tale variazione in modo tempestivo; è importante infatti aggiornare la propria condizione sociale ed economica non appena si verifichino dei cambiamenti significativi.
È bene ricordare, inoltre, che l’assegno è legato a filo doppio all’ISEE (ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e perciò se un beneficiario non dovesse presentare l’attestazione entro i termini o se questa dovesse risultare non valida, allora l’INPS potrà avviare una procedura per la richiesta di rimborso delle somme versate complessivamente.
I controlli e le verifiche – questo va detto – sono periodici e di frequente emergono discordanze e irregolarità; non è raro quindi che scattino operazioni di questo tipo, rientra nella prassi quotidiana.