L’assegno unico figli partirà a marzo 2022, ma non è vantaggioso per tutti, infatti, ci sarà chi avrà più soldi ma anche chi perderà molto nella busta paga.
Al via l’assegno unico universale per le famiglie da marzo 2022, la domanda si dovrà inoltrare dal primo gennaio al 28 febbraio 2022. Questa misura sostituirà l’ANF (l’assegno figli del nucleo familiare) e tante agevolazioni e detrazioni. L’assegno unico è entrato già in vigore a luglio in via sperimentale per le partita IVA e coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza. Da gennaio entrerà a pieno regime per tutti i lavoratori. Questa misura è una vera rivoluzione, ma non tutti gioiranno quando riceveranno la busta paga di marzo. Infatti, da un’attenta analisi effettuata in questi giorni da Uila-Uil, ci sarà chi avrà grosse perdite di denaro. Ma vediamo nel dettaglio le simulazioni operate dall’Ufficio studi della Uila-Uil.
Da molti l’assegno unico figli è considerato un trattamento iniquo e penalizzante per molti lavoratori. Ricordiamo anche che saranno abolite le detrazioni in busta paga. A subire il peso di questa manovra, sono le famiglie con un ISEE superiore a 15.000 euro e con figli a carico con un’età superiore a 21 anni. Queste famiglie rischiano una decurtazione in busta paga di circa 200 euro al mese. Assegno Unico figli, brutte notizie per le famiglie: cos’è successo
Lancia l’allarme su questa manovra, il segretario generale della Uila -Uil, Stefano Mantegazza. Per meglio comprendere la situazione, lo studio evidenzia quattro casi in cui la riforma porterebbe una riduzione della busta paga che va da 41 a 134 euro al mese. Da considerare anche che molte agevolazioni dal 2022 saranno soppresse, come ad esempio: il bonus nascita, il bonus bebè, il fondo natalità per le garanzie sui prestiti, eccetera.
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Il primo caso riguarda un bracciante agricolo che ha un reddito annuo di circa 15.000 euro e due figli minori. Inoltre, vive in una casa di proprietà, con l’assegno unico perderebbe al mese circa 134 euro, rispetto a quanto finora ha percepito con gli ANF.
Inoltre, negli ultimi giorni, sono arrivate indiscrezioni del possibile innalzamento della soglia minima relativa all’ISEE da 7.000 a 15.000 euro, la perdita scenderebbe a 119 euro al mese, per effetto di un assegno più alto, di circa 350 euro.
Il secondo caso riguarda una famiglia in cui lavoro solo un genitore con un reddito annuo di 25.000 euro. In questo caso la famiglia ha due minori e non ha una casa di proprietà. La perdita del passaggio tra l’ANF e al’assegno unico per figli è pari a 54 euro al mese. Poi, se cambia la soglia ISEE da 7.000 a 15.000 euro la perdita scenderebbe a 11 euro a mese.
Il terzo caso riguarda una famiglia in cui un genitore svolge mansioni di impiegato presso industria alimentare con un reddito annuo di 37.000 euro. L’altro coniuge, invece, svolge attività dipendente part-time, i coniugi hanno due figli. In questo caso la perdita con l’assegno unico universale è di circa 41 euro al mese. Se aumenta la soglia da 7.000 a 15.000, la perdita aumenta di molto e potrebbe arrivare a 173 euro al mese.
Il quarto caso esaminato, prevede una famiglia con un coniuge che lavora part-time e il reddito annuo del nucleo familiare è di circa 50.000 euro. Inoltre, il nucleo familiare vive in casa di proprietà. In questo caso la perdita potrebbe ammontare a 106 euro al mese.
In effetti dalle simulazioni effettuate, una grossa platea di lavoratori perderebbero una quota ogni mese, mentre agevolerebbe quelli a basso redditi. Le ripercussioni di questa riforma potrebbe essere molto negative azzerando il potere di acquisto, considerando anche il cambiamento che subirà la busta paga dal 2022 con la cancellazione delle detrazioni.
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