Una novità che certamente modificherà la concezione di bonus mensile per tutti i nuclei familiari. Tutto cambierà, insomma.
L’assegno unico si appresta ad essere la grande novità del 2022. Attesissimo da un bel po’di mesi, tanti quanti quelli passati dal suo annuncio ufficiale, l’assegno unico vedrà la luce dal prossimo gennaio, con ovvi arretrati da corrispondere agli aventi diritto per i mesi in cui seppur annunciato ufficialmente non è di fatto partita la vera e propria erogazione della misura. Di cosa parliamo fondamentalmente? Di un importo che andrà a sostituire tutti i bonus e le iniziative di natura economica di qualsiasi genere, per le famiglie italiane.
Un’unica soluzione mensile e non più due o tre date da ricordare e da gestire, per certi versi. La misura andrà corrisposta sia a lavoratori dipendenti che a lavoratori autonomi ed in base al reddito familiare avrò dei minimi e massimi rispetto alle somme spettante per ogni figlio, all’interno del contesto familiare. Da un minimo di 50 euro fino ad un massimo 180 euro per ogni figlio con una ulteriore maggiorazione dal terzo figlio in poi. La prossima settimana ci sarà con tutta probabilità il Consiglio dei ministri che fisserà l’importo dell’assegno unico per il prossimo anno.
Assegno unico: ecco come sarà calcolato l’importo da corrispondere alle famiglie italiane
Atteso, cosi come anticipato per lo scorso luglio, la misura partirà invece dal prossimo gennaio 2022 per quel che riguarda le domande da parte dei cittadini italiani con l’erogazione degli assegni mensili che partirà dal prossimo marzo, ovviamente con tutti gli arretrati del caso. Il calcolo delle quote da corrispondere alle famiglie sarà effettuato ovviamente tenendo ben presenti una serie di fattori, tra questi, su tutti l’Isee, che andrà a caratterizzare l’istantanea scattata, in senso figurato, al nucleo familiare in questione, cosi da poterne determinare la misura economica spettante.
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Come anticipato l’assegno sarà calcolato avendo come riferimento principale l’Isse del nucleo familiare in questione. 50 euro a figlio per i redditi ritenuti più alti, fino ai 180 per quelli più bassi. Dal terzo figlio in poi, inoltre, alcune maggiorazioni spettanti alle singole famiglie. In questo modo si potrà arrivare fino a circa 250/260 euro per ogni figlio. Una ulteriore maggiorazione sarà inoltre prevista nel caso in cui entrambi i genitori risultino essere occupati. Una misura che di certo farà sorridere milioni di famiglie, da comprendere ancora forse e forse anche da sperimentare, comunque di rilevante importanza.