Non tutti prendono il medesimo importo, in relazione all’Assegno Unico. In media, però, le famiglie del sud Italia percepiscono più soldi: la ragione è una sola, che piaccia o no
Si chiama Assegno Unico ed Universale il sostegno economico che viene erogato alle famiglie in relazione ad ogni figlio di età inferiore ai 21 anni fiscalmente a carico dei genitori; nel caso di disabilità, non c’è limite anagrafico. L’importo dell’AUU varia a seconda del reddito del nucleo famigliare di riferimento e tiene conto dell’età e del numero di figli, nonché della presenza di eventuali situazioni di disabilità.
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Per ricevere l’Assegno Unico è necessario presentare l’apposita domanda sul portale Inps o presso un patronato; requisito essenziale, inoltre, è la compilazione della DSU per la certificazione ISEE 2023, obbligatoria per stabilire l’importo che si riceverà. Partendo dalla cifra minima mensile che è di 57 euro, in quanto universale tale sostegno economico viene erogato a tutte le famiglie: non ci sono, quindi, limiti di reddito. Al sud, però, in media arrivano più soldi: ecco qual è il motivo.
Assegno Unico, perché le famiglie del sud ne prendono di più ricchi
Fondamentalmente, il fatto che nel sud Italia gli Assegni Unici siano più consistenti a livello di importo si spiega con il fatto che il reddito non è distribuito uniformemente tra le varie aree geografiche: nelle regioni meridionali, infatti, è generalmente meno elevato e quindi questo favorisce assegni più alti. Non è questo, però, l’unico motivo che spiega tale situazione, che scontenta molti italiani: in media, infatti, le famiglie del sud Italia sono più numerose di quelle del nord Italia e questo è un altro fattore che influenza il calcolo dell’importo dell’AUU.
Anche la presenza di figli disabili ha un peso in questo senso: crescendo il numero medio di figli per famiglia, nel sud Italia aumenta anche questa possibilità. Considerando solo il numero di figli, per quelle con almeno 4 a carico è previsto un aumento fisso dell’AUU di 150 euro al mese: per quanto sia raro oggi che due genitori abbiano così tanti figli, è comunque più probabile che questo avvenga nelle regioni del sud piuttosto che in quelle del nord.
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Nella storia d’Italia, le differenze socio-economiche e le difficoltà di sviluppo di alcune aree del paese come quelle meridionali sono state quasi sempre compensate con politiche assistenziali più consistenti. Durante la crisi del 2008, il divario già esistente tra i redditi del nord e del sud del Paese si è ampliato ulteriormente: nel 2012, il reddito medio nel sud e nelle isole era al 68.5% e al 65% di quello registrato nel nord ovest, solo per fare un paragone.
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Inoltre, nel sud Italia le famiglie spendono mediamente meno per la crescita dei figli rispetto alle cifre sostenute dalle famiglie del nord-ovest: in questo caso, si stima che al sud la cifra sostenuta per ogni pargolo ammonti a circa il 70% di quella che invece si trovano a dover affrontare le famiglie del nord. I settori nei quali si avverte di più questa differenza sono quelli della spesa e della casa, nei quali rientra quindi l’acquisto di tutto il necessario per i figli e il sostenimento delle rette scolastiche come, ad esempio, dell’asilo nido.