Importanti e sostanziose novità per i beneficiari di Assegno Unico, l’INPS snellisce la procedura. Nel 2025 cambia pure l’indice di rivalutazione.
Tra le novità introdotte dall’INPS per i beneficiari di Assegno Unico e Universale, c’è quella riguardante l’IBAN; si potrà selezionare un IBAN già registrato presso l’Istituto per altre prestazioni o inserire un nuovo IBAN all’atto di inoltro dell’istanza oppure all’interno della procedura per la modifica della modalità di pagamento. Inoltre, i tutori di minori o soggetti interdetti potranno indicare un IBAN che sia intestato o cointestato al tutelato, con la garanzia che l’importo dell’assegno venga accreditato direttamente al beneficiario.
Ottimizzato il processo per presentare domande con maggiorazioni, ad esempio per i nuclei famigliari che presentino un ISEE non superiore ai 25mila euro (oppure con entrambi i genitori lavoratori). Nell’eventualità in cui uno dei due genitori richiedenti passi a miglior vita, allora se il genitore superstite percepiva già il cinquanta per cento dell’assegno sarà il sistema (in automatico) a innalzare la percentuale, portandola al cento per cento. Se il deceduto era titolare unico, sarà creata una domanda nuova d’ufficio (con conferma della responsabilità genitoriale).
L’INPS ha messo a disposizione in tempi recenti anche una video guida personalizzata per aiutare neogenitori e nuovi richiedenti, così che possano comprendere meglio i loro diritti, facilitando l’accesso ai servizi online e in particolare alla sezione riguardante l’Assegno Unico.
Importanti aggiornamenti per una grossa fetta della popolazione che gode di assegno pensionistico oppure di altre prestazioni sociali (come l’Assegno Unico), visto che l’indice di rivalutazione provvisorio viene applicato allo 0,80 per cento dal 1° gennaio scorso – tiene conto dell’inflazione tramite un meccanismo di adeguamento annuale. Sarà applicato a tutti quegli importi fino a quattro volte il trattamento minimo. Tutte le pensioni (o le prestazioni) che rientrano in questa fascia subiranno incrementi basati su questa percentuale.
Per quanto riguarda invece gli assegni che superino la soglia imposta la rivalutazione sarà decrescente. E quindi: pensioni fino a quattro volte il minimo faranno riferimento al 100 per cento dell’indice, quelle tra quattro e cinque volte il minimo al 90 per cento dell’indice, quelle tra 5 e 6 volte al 75 per cento dell’indice e così via. I conguagli, in ogni caso, verranno effettuati alla fine dell’anno successivo, basati sull’inflazione reale registrata.
Facciamo un esempio: una pensione lorda di 1.000 euro, l’incremento per gennaio 2025 sarà di 8 euro (1.000 euro per 0,8 per cento); se l’inflazione reale per l’anno è stata dell’1,2 per cento allora a gennaio 2026 si calcolano gli arretrati di 4 euro per ogni mese del 2025 (per un totale di 48 euro).
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