Tanti i dubbi sull’assegno temporaneo e assegno unico per i figli minori, la nuova normativa non cura nello specifico alcuni casi. Cerchiamo di capire a chi spetta l’assegno, il padre o la madre?
Un Lettore ha inviato un quesito agli Esperti di Trading.it in materia di assegno temporaneo e assegno unico. Nello specifico, il Lettore chiede: “sono lavoratore autonomo ma percepisco un reddito cittadinanza dal 2020, nel mio ISEE non figurano le mie figlie e mi è stato riconosciuto un valore di 30/40 euro. La madre delle bambine non lavora e non prende reddito cittadinanza perché il nuovo marito lavora. Vorrei cortesemente sapere chi e come bisogna chiedere l’assegno temporaneo prima e l’assegno unico poi?”
Prima di addentrarci nella casistica specifica dei genitori separati o divorziati, bisogna analizzare che cos’è l’assegno temporaneo per i figli minori concesso ai lavoratori autonomi e in cosa consiste l’assegno unico.
Assegno temporaneo per i figli minori
I lavoratori autonomi nel 2021 possono fare richiesta on line dell’assegno temporaneo per i figli minori. Si tratta di una prestazione assistenziale transitoria erogata dal primo luglio al 31 dicembre 2021, i beneficiari sono le famiglie con i figli inferiore a diciotto anni di età.
Lo scopo della misura è quello di dare un sostegno immediato alla genorialità ed è entrata in vigore temporaneamente in attesa della prestazione dell’assegno unico e universale. L’assegno unico è una misura incisiva che riordinerà le misure attualmente in vigore per i figli.
La normativa INPS chiarisce che possono presentare domanda coloro che hanno nel nucleo familiare i figli minori a carico che non hanno diritto all’assegno del nucleo familiare (ANF).
Quindi, rientrano nel beneficio i lavoratori autonomi, i titolari di pensione di lavoro autonomo, i disoccupati, i coltivatori diretti, mezzadri e coloni. Rientrano anche i titolari del reddito di cittadinanza che non dovranno presentare domanda, e riceveranno in automatico l’assegno sulla ricarica mensile.
Ma cosa succede alle coppie separate?
Su quest’aspetto esiste a nostro avviso una falla nel sistema, perché è previsto solo per la composizione del nucleo familiare convivente. Nello specifico l’assegno è automatico per i titolari del reddito di cittadinanza che hanno figli minori conviventi e quindi, facente parte del nucleo familiare. In un precedente abbiamo trattato un caso analogo, in cui abbiamo consigliato di inoltrare tramite un CAF o patronato la domanda dell’assegno unico corredata della dichiarazione dell’ex coniuge. Inoltre, abbiamo consigliato anche di allegare la dichiarazione ISEE dell’ex coniuge. Reddito di cittadinanza e assegno unico figli per genitori separati, non sempre è in automatico
Nel caso esposto dal nostro Lettore, c’è un altro particolare da considerare, l’ex moglie ha un nuovo marito che lavora, quindi, la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) dimostra che il nucleo familiare ha un reddito. Ricordiamo che, per l’assegno temporaneo è necessario l’ISEE del nucleo familiare, in corso di validità. Inoltre, in presenza di figli minori deve essere non superiore a 50.000 euro. L’assegno è proporzionato in base al valore ISEE, partendo da una misura piena con un ISEE fino a 7.000 euro fino ad azzerarsi fino a 50.000 euro. In presenza di un nucleo familiare con figli minori con disabilità.
L’INPS per i genitori separati cita testualmente “Nell’ipotesi di genitori separati legalmente ed effettivamente o divorziati con affido condiviso disposto con provvedimento del giudice ai sensi della legge 54/2006, l’assegno può essere diviso al 50% tra i due genitori (salvo accordo tra gli stessi per il pagamento dell’intero importo al genitore richiedente che convive col minore). A tal fine l’altro genitore dovrà procedere al completamento della domanda per indicare l’opzione scelta“.
Quindi, a nostro avviso, l’assegno temporaneo può essere richiesto con esplicita domanda da presentare all’INPS.
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Assegno unico e universale
Anche per l’assegno unico e universale, l’articolo 2 dei decreti legislativi, specifica che il riconoscimento è dovuto per ogni figlio minore a carico. La decorrenza del beneficio spetta dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del ventunesimo anno di età. Inoltre, è prevista la possibilità di corrispondere l’assegno con modalità diretta al figlio al posto dei genitori.
L’assegno unico entrerà in vigore il primo gennaio 2022 per tutti, anche per i lavoratori dipendenti. La regola per i genitori separati o divorziati è la stessa. Quindi, potranno percepirlo nella misura del 50% entrambi i genitori con affido condiviso. Salvo diverso accordo tra i genitori nell’erogazione al 100% al genitore che convive con il minore. L’importo dell’assegno sarà corrisposto dall’INPS con accredito diretto sul conto corrente di entrambi i genitori tramite le coordinate bancarie fornite nella domanda.
Per l’assegno unico e universale figli minori, si attendono circolari INPS con le istruzioni operative.
La domanda deve essere validata da entrambi
Ricordiamo che, la regola generale prevede nel caso di coppie separate o divorziate, che entrambi i genitori possono percepire l’assegno per i figli minori, al 50%. Ma, la richiesta deve essere effettuata dal genitore che ha i figli nel nucleo familiare, inoltre, in sede di domanda dovrà indicare il codice fiscale dell’altro genitore e le coordinate bancarie di entrambi.
Se invece, l’assegno è assegnato al 100% ad uno dei genitori (con accordo tra le parti), l’altro genitore non richiedente, dovrà validare la scelta tramite il CAF o patronato. Oppure, tramite le proprie credenziali SPID o CIE.
Poiché, la pratica non è semplice, consigliamo ad entrambi i genitori di farsi assistere da un patronato o CAF, per analizzare la casistica nello specifico. In modo da inoltrare in modo corretto la domanda dell’assegno temporaneo in vigore. Successivamente il problema si ripresenterà per l’assegno unico, ma la strada da seguire dovrebbe essere la stessa.