Come funzionano le maggiorazioni previste dall’assegno sociale? La componente reddituale regola tutto: accesso al trattamento e conseguenti step di incremento fino a 70 anni.
Il passaggio dell’importo dell’assegno sociale dai vecchi 460,28 euro agli attuali 468,10 euro mensili non ha uniformato le cifre. Anzi, gli importi non rimangono invariati nel tempo, in quanto è possibile che si verifichino le condizioni per una maggiorazione.
Ad esempio, dai 67 anni fino al compimento dei 70, è riconosciuta di diritto una maggiorazione di 12,92 euro al mese. Una seconda, invece, scatterà al compimento dei 70, con un plus da 191,46 euro, utile per portare l’importo finale a 672,48 euro. La maggiorazione dell’assegno sociale, come altri provvedimenti aggiuntivi, viene maturata dal beneficiario rispondendo a precise prerogative. In questo caso, si tratta di un aspetto puramente reddituale. E questo vale per ogni step previsto, dallo scatto dei 12,92 euro a quello dei 191,46. Quest’ultima, di fatto, consentirebbe al pensionato di accedere all’importo pieno ottenibile tramite assegno sociale. Non va dimenticato, infatti, che tale prestazione viene erogata già di per sé a chi versa in condizioni economiche precarie, rilevando il ruolo che, fino all’1 gennaio 1996, era stato della pensione sociale.
Per quanto riguarda l’assegno attuale, la valutazione del piano reddituale è la prerogativa fondamentale per l’accesso al trattamento. Al momento, possono accedere all’assegno sociale coloro con reddito personale fino a 6085,3 euro e reddito coniugale fino a 12.901,71 euro all’anno. Ricordiamo che il reddito coniugale viene dato dall’importo annuo dell’assegno sociale più quello relativo al trattamento minimo Inps. Chiaramente, anche i non coniugati possono accedere al trattamento, a patto che il loro reddito non superi quello limite per il personale (ovvero 6.085,3 euro l’anno).
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Questo sul piano generale. La maggiorazione prevista al compimento dei 67 anni, ossia quella da 12,92 euro, spetta in misura parziale al manifestarsi di determinate condizioni. Ad esempio, qualora il titolare del trattamento possieda redditi fino a 6253,26 euro annui se non coniugato. Tale limite viene dato dalla somma dell’assegno e della maggiorazione prevista per 13 mensilità. Inoltre, riduzione anche per i coniugati con reddito cumulativo fino a 13069,68 euro l’anno. Quello personale non dovrà comunque superare i 6253,26. Qualche revisione è prevista anche per il secondo step, ossia la maggiorazione per i settantenni. In questo caso, la spettanza parziale viene determinata in base a dei redditi complessivi leggermente più elevati. Tenendo sempre presente che il ragionamento è sulla base delle 13 mensilità di durata effettiva dell’assegno.
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Spettanza minore, quindi, per i redditi fino a 8577,92 euro per quanto riguarda i non coniugati, mentre per i coniugati si sale a 15394,34 euro l’anno. Sempre ricordando che il reddito personale non dovrà comunque superare il limite previsto per i beneficiari singoli. Altro dettaglio rilevante, il fatto che l’assegno sociale con maggiorazione di 191,74 euro può essere riconosciuto anche prima del compimento dei 70 anni, qualora il contribuente in questione abbia dei contributi versati. Ogni 5 anni di versamenti, infatti, viene applicato lo “sconto” di un anno.
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