Nel rispetto dei requisiti, gli invalidi civili possono ricever un assegno di invalidità: ma cosa c’è da sapere, quali documenti servono ed altri aspetti
Quando si parla di assegno di invalidità si fa riferimento ad una prestazione economica spettante ad invalidi cosiddetti “parziali”: ma a seguire i dettagli, particolari ed aspetti da sapere in merito.
Si tratta dunque di una prestazione economica spettante a coloro che hanno una riduzione della capacità lavorativa che va dal settantaquattro per cento sino al novantanove per cento, e che non vadano a superare una certa soglia reddituale che viene stabilita dall’INPS.
A parlarne nel relativo approfondimento è InformazioneOggi.it, il quale sottolinea, in merito agli importi, che questi cambiano di anno in anno. Dal momento che sono revisionati a seconda del costo stimato della vita. Per quanto attiene l’anno corrente, l’importo del suddetto è pari a 291,62€. L’anno precedente invece, 287,09€.
L’assegno in oggetto è corrisposto per tredici mensilità, generalmente sin dal 1° giorno del mese che segue la presentazione della richiesta.
Ma quali sono i requisiti e i documenti inerenti l’assegno mensile per invalidi?
Quando si parla, in generale, del tema invalidità, vari sono gli elementi oggetto di attenzione: si pensi ad esempio ad invalidità ed esenzione ticket sanitario: chi può farne richiesta, aspetti che non sono noti a tutti.
Tornado al tema in oggetto, InformazioneOggi.it si sofferma su quelli che sono i requisiti ai fini dell’ottenimento dell’assegno mensile, e dunque: una percentuale di invalidità che va tra il settantaquattro per cento e il novantanove per cento. Un reddito il quale non superi 5.010,20€ (anno2022) ed un’età che sia tra i diciotto e i sessantasette anni.
E ancora, il non svolgimento di attività di lavoro, la cittadinanza italiana. L’iscrizione all’anagrafe del comune di residenza per quanto concerne cittadini stranieri comunitari. Il permesso di soggiorno quantomeno di 1anno circa i cittadini stranieri extracomunitari. E poi la residenza stabile ed abituale in merito al territorio nazionale.
Occorre che vi sia il riconoscimento della invalidità e che questa sia indicata nel verbale che vien rilasciato dalla commissione medico-legale. Al fine di poter ricevere la prestazione. Allo steso modo, nella domanda deve essevi l’inserimento di tutti i dati socio-economici. Si pensi ad eventuali ricoveri, così come allo svolgimento di attività di lavoro. E ancora la questione reddito. Le modalità di pagamento oppure la delega alla riscossione di terzi. O nei confronti di associazioni.
La procedura circa il riconoscimento prevede poi l’invio, da INPS, per quanto concerne il verbale di invalidità civile. Mediante l’indirizzo PEC, qualora sia stato dato. Oppure mediante raccomandata A/R. La misura viene ricevuta anche da coloro che fossero ricoverata e seguita in un istituto pubblico.
Ai fini dell’invio della richiesta di un eventuale soggetto occorrono determinati documenti, i quali sono, spiega InformazioneOggi.it: il documento di identità di colui che fa la richiesta. La tessera sanitaria. Il modello 730/Unico/CU e il certificato medico introduttivo, modello SS3. Viene mandato in via telematica dal medico di famiglia. E poi lo stato di famiglia.
Vi è la possibilità di presentare direttamente sul sito INPS la richiesta, facendo accesso al relativo servizio mediante l’accesso con le proprie credenziali. Ci si può anche rivolge al Patronato. Oppure ad una associazione di categoria. È il caso di ANMIC, ENS. O ancora UIC, ANFASS, i quali potrebbero far richiesta di ulteriore documentazione.
Viene spiegato un aspetto che riguarda l’assegno in questione ed oggetto dell’approfondimento in relazione alla questione incompatibilità. Ovvero sia non è compatibile con altre prestazioni dirette le quali sono concesse per invalidità legate a cause di guerra. Oppure di lavoro. O di servizio. Ma – si legge ancora – è il caso anche delle pensioni di invalidità che son erogate dall’Associazione Generale obbligatoria per invalidità, vecchiaia. Ed i superstiti dei lavoratori dipendenti.
O, con gestione pensionistica per lavoratori autonomi. E per quelli dipendenti i quali abbiano carattere obbligatorio. Nel caso in cui la non compatibilità si verificasse dopo che il pagamento dell’assegno fosse già stato approvato. Occorre dare comunicazione a INPS entro trenta giorni.
Questi, alcuni dettagli generali in merito. Ad ogni modo è opportuno e bene informarsi ed approfondire. Per il chiarimenti di eventuali dubbi e per maggiori dettagli cerca gli elementi in questione. Anche mediante confronti con professionisti del settore e soggetti competenti in materia.
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