È possibile calcolare l’Assegno INPS anche senza contributi? La questione deve essere approfondita, perché capire quanto percepire, è di fondamentale importanza.
Non è sempre uguale la disciplina della questione. Sia perché è continuamente soggetta a modifiche, ma anche perché il tema della pensione non è poi così facile da comprendere. Un assegno INPS anche senza contributi può esser percepito, ma in che condizioni? Soprattutto cos’è che può maggiormente favorire i contribuenti? Analisi di casi concreti e risposte da parte degli esperti.
Sembra assurdo, ma si può ottenere un trattamento senza contributi. Questa affermazione è sconvolgente, perché se si pensa a quanto sia complesso e lungo il percorso per raggiungere il trattamento previdenziale vigente, stravolge tutte le carte in tavola. Ebbene, c’è una modalità non così estranea ai lavoratori, che fa rientrare pienamente in questa casistica. Soprattutto la domanda che sorge spontanea, è chi può essere destinatario di questo provvedimento?
Anche perché bisogna distinguere tra pensione e assegno in questione. Non sono proprio la stessa cosa, e sapere la differenza permette sia di gestire al meglio la propria condizione, che di non restare vittime di un sistema a volte duro. I contributi non possono mancare, ma c’è questa eventualità da non sottovalutare.
Non ci deve essere alcun dubbio sul tema pensione, il trattamento italiano è contributivo, quindi senza non la si può ottenere. Quello a cui si fa riferimento è un assegno erogato dall’INPS che può essere vantaggioso per chi non ha contributi. È bene ricordare che anche chi ne matura solo 5 di anni deve comunque versarli e raggiungere l’età di 71 anni. Per questa soluzione invece, cosa serve?
Si conferma che ricevere una prestazione del genere senza contributi, è possibile, ma cos’è? È la cosiddetta pensione sociale, meglio nota come assegno, proprio per distinguere i due istituti ed evitare confusioni. Ma a quanto ammonta? Se il cittadino, uomo o donna che sia, raggiunge i 67 anni senza contributi versati o ne ha pochi, può cercare di prendere questo assegno. La misura è per chi non ha diritto di pensione, e al contempo, ha dei redditi bassissimi.
Nello specifico, non bisogna superare con il proprio reddito quanto spetta di assegno. E se si tratta di un coniugato? Il reddito cumulato, quindi l’unione dei due, non deve essere il “doppio” del suddetto trattamento economico. Quindi, la gestione in questione va vista come un’integrazione del reddito, fino a raggiungere l’importo dell’assegno. Si ottiene un ammontare pieno solo se il contribuente non ha reddito o è coniugato e non arriva comunque a superare la soglia limite.
Chi va oltre, non può ottenerlo. Qual è il suo ammontare? Il trattamento va adeguato al tasso di inflazione, ogni anno in continua evoluzione. Da quanto è emerso, da gennaio il tasso da utilizzare è di 0,8%, anche con l’obiettivo di incrementarne l’importo. È stabilito che sino a fine 2024 la somma dell’assegno è di 534 euro al mese.
I single con reddito di 400 euro prenderanno 134 euro di assegno sociale, i coniugati con 1000 euro di reddito, altri 68 euro mensili. Per il 2025 è previsto qualche aumento, e si andrà fino a 538 euro al mese. Non molto, perché comunque è tutto dettato dall’andamento del tasso di inflazione.
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