Assegno di mantenimento: adesso bisogna restituire parte delle cifre

Non solo bisogna restituire le cifre, ma entra in gioco… un danno con tanto di beffa! Addio assegno di mantenimento per come è sempre stato conosciuto, non vale più come prima. Adessi ci sono pesanti conseguenze.

Ricevere soldi in più, può diventare un guaio senza precedenti? Ebbene, è proprio il caso dell’assegno di mantenimento a determinare un andazzo poco favorevole ai contribuenti. Chi ha detto che è un vantaggio a prescindere? Conseguenze pesantissime in merito al tema, ecco quali sono in casi specifici. Non si tratta di fantasticherie, ma di quanto stabilito dalla stessa legge. Cifre, rendimenti, e condizioni da rispettare, molti non sanno cosa deve essere assolutamente preso in considerazione, altrimenti si rischia letteralmente il peggio!

mano che dà banconota da 100 euro e banconote stese con mollette
Assegno di mantenimento: adesso bisogna restituire parte delle cifre-Trading.it

Si tratta il caso in cui due coniugi decidono di terminare questo loro rapporto, smettendo di esser riconosciuti come tali. Al di là delle casistiche specifiche, nella maggior parte dei casi davanti ai requisiti richiesti, una parte dell’ex coppia deve per legge versare una somma mensile all’altra.

Questa non è sempre la stessa, ma è posta in relazione al reddito, alla condizione economica dell’ex partner, e se ci sono dei figli. Appunto, la ratio che disciplina la situazione è proprio quella di dare all’ex compagno/compagna quanto serve per poter far fronte alla quotidianità familiare. Ma cosa accade quando si ottiene più del dovuto?

Potrebbe sembrare assurdo, ma casi del genere sono all’ordine del giorno. A volte, ci si rende del guaio quando è troppo tardi, persino dopo anni. La legge prevede dei meccanismi specifici che disciplinano la questione del rimborso. A rispondere è il manuale di riferimento giuridico, il Codice Civile.

Restituire cifre da capogiro, addio assegno di mantenimento con vantaggi!

Il Codice civile entra in soccorso di chi ha dato più del previsto, ma non piace a chi invece è stato destinatario di un provvedimento vantaggioso in termini di assegno di mantenimento. Si può letteralmente dire addio ai vantaggi da sempre usufruiti, ma è bene indicare che non si tratta di aspetti validi per tutti a prescindere, ma per chi per lungo tempo si è letteralmente fatto beffe dell’altro ottenendo più del previsto. Entra in gioco lo strumento che salvaguardia la parte lesa.

mano che stringe banconota da 200 euro
Restituire cifre da capogiro, addio assegno di mantenimento con vantaggi!-Trading.it

Si tratta dell’istituto della ripetizione dell‘indebito definito all’articolo n. 2033  del codice civile, il quale afferma che chi ha ottenuto un versamento non dovuto, deve restituire quanto spetta all’altro. Cioè si tratta di dare la parte percepita indebitamente in eccesso. Il tutto senza dimenticare interessi e frutti accumulati. C’entra anche la buona e la cattiva fede laddove mediante prove si possono accertare le due condizioni. Se in mala fede, per capire quanto dare, bisogna partire dal giorno del versamento. Nel secondo caso, si fa riferimento a quello in cui è posta la richiesta di restituzione.

Come se non bastasse, figura anche la distinzione tra indebito oggettivo e soggettivo. Il primo comprende le situazioni in cui il debito in origine non c’era. Il secondo, avviene nel caso in cui il pagamento è stato posto in essere ad un soggetto differente rispetto al vero creditore.

Per quanto concerne le somme non dovute nel post separazione e divorzio, c’è il principio dell’irrepetibilità delle prestazioni alimentari, applicato anche per gli assegni destinati ai figli. Implica che se il giudice interviene riducendo l’importo, la parte dell’ex coppia che ha ricevuto denaro, non è tenuta a restituire l’ammontare eccedente ottenuto.

È chiaro che se la parte ricevente il denaro migliora la sua condizione di lavoro, o subisce qualsiasi altra modifica nella propria condizione economica, ecco che si può far richiesta di diminuzione dell’importo dell’assegno di mantenimento.

La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha più volte sentenziato in materia, affermando che con la riduzione o modifica dell’assegno, non è implicata la restituzione delle somme corrisposte. Ma allora, quando bisogna rimborsare? È la sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 32914/2022 a stabilire quando invece bisogna restituire il denaro.

Ciò avviene quando si può provare fin dal principio, e non per eventi sopravvenuti successivamente, che non ci sono mai state le condizioni per percepire denaro in più. In sostanza, se le somme sono revocate o modificate per situazioni che sono precipitate nel tempo, e non fin dall’origine del rapporto tra ex, chi ha avuto di più non deve rimborsare. Ma se era evidente fin dall’inizio che era troppo, la restituzione è un diritto della parte lesa.

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