L’assegno di mantenimento 2025 diventa un argomento che fa saltare di gioia, non solo per l’aumento, ma per le garanzie poste dalla stessa Corte di Cassazione.
Analizzare un’evoluzione legislativa del genere, pone in essere delle migliorie economiche non di poco conto da una parte, mentre dall’altra avviene un consistente impoverimento? L’assegno di mantenimento è sempre stato origine di incomprensioni e tensioni, e nel 2025 potrebbe assumere un’accezione totalmente differente per i soggetti in causa. La Cassazione chiarisce dei punti specifici.
La questione merita la giusta attenzione, specie con i tempi difficili che corrono, e anche per tutti gli aggiornamenti in materia. Al momento, ricevere l’assegno di mantenimento potrebbe essere più di un’integrazione. Perché la crisi economica sta facendo sfiorare il baratro anche ai lavoratori stabili, figuriamoci coloro che nel 2025 si ritrovano davanti una situazione di precarietà.
Non sono spiccioli, ma contributi che possono fare la differenza, anche e forse soprattutto, per arrivare a fine mese. L’inflazione e la stagnazione economica rendono l’Italia un attore nella scacchiera internazionale, davvero debole, e con questo anche i cittadini si ritrovano in guai seri, figuriamoci se ci sono figli a carico.
Nello specifico, si tratta del possibile aumento che non è scontato, poiché come questo potrebbe subentrare anche una sua diminuzione. È la legge che si pronuncia e tratta caso per caso, per questo occorre analizzare i punti chiave di cui la stessa Corte di Cassazione ha parlato.
La Cassazione spiega tutto sull’Assegno di mantenimento per il 2025
Dal momento in cui due partner si dicono addio, entra in gioco l’istituto che ha come ratio di base quella di aiutare economicamente il partner più debole. Appunto, quello che si ritrova in una situazione di disagio da un punto di vista finanziario. Quest’ultimo potrebbe aver diritto ad avanzare un aumento dell’assegno di mantenimento. A quali casistiche si sta facendo accenno?
La questione è legata alla revisione che può prevedere sia un aumento che una conseguente diminuzione. Una variazione che si basa su certe condizioni e che si rivelano decisive per la decisione del Giudice. Può accadere ad esempio che chi è onerato dell’assegno e vive un peggioramento della condizione economica che non dipende dalla sua volontà. Questo può chiedere al pubblico ufficiale di rivedere l’ammontare del contributo, proprio per adeguarlo alle proprie capacità.
Sicuramente se ci sono figli di mezzo e aumentano le loro esigenze, si può richiedere anche un ammontare maggiore. Specie se l’ex che lo percepisce vive un peggioramento finanziario. Ma al contrario può dirsi lo stesso?
C’è un caso specifico che viene trattato dalla Corte di Cassazione, ed è quello inerente la vincita alla Lotteria. È un evento più unico che raro, ma serve per comprendere quando si può e quando no, avanzare suddette richieste.
Infatti, chi vince, non si vedrà aumentare l’assegno di mantenimento a favore dell’ex, perché è un caso straordinario. Quindi, la Corte di Cassazione esclude questa possibilità originata da eventi autonomi. La ratio di base è che fino a quell’evento, non essendo avanzate richieste di aumento per esigenze concrete, allora di conseguenza non c’è necessità di incrementi dell’assegno. I caratteri di eccezionalità e imprevedibilità vanno a favore di chi deve dare il contributo.
Certamente, esclusa la vincita alla Lotteria, se la parte beneficiaria ha difficoltà economiche può richiedere un aumento, perché la sua condizione finanziaria ha subito un depauperamento. Allora, lì è il Giudice che deciderà di incrementare l’importo o meno. Ma c’è una sorpresa. Se l’arricchimento del coniuge che deve dare l’assegno è frutto di un’attività prevedibile e già avviata durante il matrimonio, allora viene meno il carattere dell’eccezionalità, e l’assegno può aumentare.
Questo è il caso di chi per mestiere fa l‘imprenditore e vede aumentare il suo reddito in maniera flessibile. In questo caso la parte che beneficia, ha diritto a richiedere un aumento.