Assegno di Inclusione, ci sono dei modi per non perderlo. Ecco alcuni consigli utili da mettere in pratica.
In un’epoca di inflazione e rincari come quella che stiamo vivendo, sono ben accetti eventuali incentivi che possano essere di supporto, soprattutto se ci sono difficoltà economiche.
Negli ultimi anni, gli enti governativi che si sono succeduti hanno attuato politiche sociali che hanno coinvolto anche il rilascio di incentivi per molte categorie di cittadini. Si è puntato, con i bonus, a integrare l’economia, in particolare, delle famiglie in difficoltà, che più faticavano ad arrivare a fine mese.
Tra le risorse che sono a disposizione di cittadini con determinati requisiti per accedere, c’è, senza dubbio, l’Assegno di Inclusione. Si tratta di una misura, introdotta dal 1° gennaio 2024, atta a supportare economicamente e socialmente, nonché anche da un punto di vista professionale, alcuni cittadini, come detto.
Per poter avere accesso a questa misura, bisogna appartenere a famiglie al cui interno vi sia almeno un membro che sia disabile, minore, con minimo 60 anni di età, oppure inserito in progetti assistenziali dei servizi socio sanitari del territorio.
A tal proposito, per accedere al sostegno, bisogna avere un ISEE che non superi 9.360 euro, e comunque appartenere a una famiglia che si trova in forte disagio economico, tant’è che il reddito familiare non deve superare i 6 mila euro annui.
Assegno di Inclusione, come fare se non si vuole perderlo
Quando si ricevono prestazioni dall’INPS, è sempre importante non commettere errori che possano portare alla perdita dei benefici concessi.
D’altronde, l’onestà paga sempre, per cui, se ci sono stati dei cambiamenti dal punto di vista economico, in meglio, mentre si percepisce un sostegno, è necessario comunicarli. L’INPS, infatti, svolge dei controlli proprio a questo fine, cioè accertare che chi lo stia percependo, ne necessiti realmente.
Devono essere comunicate variazioni se si comincia un impiego da dipendente, entro 30 giorni dal suo inizio. Se non si adempie a quest’obbligo, porterà a sospendere l’assegno fino a tre mesi, per poi vederlo decadere.
I redditi lavorativi che restano entro un limite di 3 mila euro lordi, all’anno, non sono rilevanti ai fini del sostegno. Si deve anche riferire se si iniziano percorsi di politica attiva del lavoro, ad eccezione dei tirocini di inclusione dei servizi sociali. Dunque, è bene prestare attenzione, per non perdere il beneficio.