Le conseguenze sono catastrofiche per i cittadini, con gli assegni pensionistici sospesi le attese aumentano, ma non per tutti, ecco chi.
I destinatari delle modifiche in questione non sono molto contenti, specie in questa fase storico-economica in crisi. Perdere denaro non piace a nessuno, nemmeno a chi sta bene da un punto di vista monetario, ma il problema è che attualmente non si riesce a tirare avanti con quel che si ha, figuriamoci se ci sono ulteriori tagli. La notizia è un fulmine a ciel sereno, e l’attesa spaventa più di tutto. Addio garanzie, gli assegni pensionistici sospesi sono un guaio.
Si assiste all’ennesimo peggioramento del sistema previdenziale italiano, altro che migliorie, qui si parla di tagli, irrigidimento dei requisiti, e di tutto ciò che può allontanare la possibilità di pensionamento. All’aumentare della vita media ne consegue un costo maggiore per lo Stato che non riesce più a pagare le pensioni. Ottenere la riforma è un’utopia, conquistare il massimo benessere possibile è una pretesa che in questo momento non può esser soddisfatta in nessun modo.
La sospensione degli assegni è la goccia che fa traboccare il vaso. Non si tratta solo di uno stop di pagamenti. Piuttosto si ha a che fare con una situazione che stravolgerà la modalità corrente di attuare il pensionamento, e le conseguenze sono più che gravi.
Con gli assegni pensionistici sospesi le attese diventano estenuanti e pericolose
Avere una popolazione anziana non deve esser visto come un limite, ma come una dinamica frutto di conseguenze trasversali alle scelte politiche del passato. Non garantire un futuro ai giovani, rende difficile consolidare nuovi nuclei familiari, e di conseguenza ci sono meno nascite e più fughe di cervelli all’Estero. In Italia rimane solo chi non può lavorare, ma tra poco, nemmeno loro. La contestazione sale alle stelle, il malessere si estende anche tra i più saggi che han vissuto i tempi di guerra.
Da dove proviene il malcontento in questione? Dal fatto che ci vorranno ben 12 mesi in più per andare in pensione. Altro che 67 anni, si aumenta a 68! Se la popolazione media è sempre più vecchia, lo Stato deve farvi fronte, ma come già detto non ne ha le risorse. È un sistema che sta decisamente conseguendo il collasso. Così, si interviene nel seguente modo.
Adeguare i requisiti delle pensioni alle aspettative di vita della popolazione, aggrava il contesto in questione. La stessa INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è in crisi, perché più dura la vita di un individuo, per maggior tempo deve pagarlo. Con questo non si vuol dire che è un problema che le persone vivano di più, ma lo è il fatto di non riuscire a equilibrare tutto con un numero di nascite adeguato.
Lo stesso calcolo è non è per niente favorevole. Ci sono due metodi, il primo causerà le peggiori conseguenze già nel 2025, il secondo solo nel 2027. In ogni caso, entrambi non sostengono dignitosamente i pensionati. Cos’è che determina le maggiori evoluzioni? A cambiare sono i coefficienti di trasformazione, i quali peggiorano perché l’ISTAT certifica questo aumento della popolazione che lo Stato non riesce a sostenere.
Questi valori cambiano ogni due anni, e la stessa pandemia con i suoi decessi, ha ridotto la vita media della popolazione, non riuscendo però comunque a ripristinare la situazione. Se si aggiungono stagnazione e inflazione perenni, il quadro critico peggiora vertiginosamente, forse ci si potrà solo accontentare.