Si parla di assegno scoperto quando viene emesso un titolo di credito che non corrisponde ad un deposito di denaro. Le sanzioni sono molto aspre.
Un assegno bancario può essere scoperto, ciò vuol dire che la somma di denaro indicata sul titolo di credito non ha un corrispettivo economico sul conto corrente bancario o postale. In sostanza, colui che ha il diritto di andare a riscuotere l’assegno non riceverà l’importo sperato.
Quando si effettua un pagamento con assegno bancario è bene verificare di avere la disponibilità economica sul conto corrente o postale, per evitare di porgere un assegno bancario scoperto.
Diverso è il discorso in caso di assegno circolare che viene emesso dalla banca e consegnato al correntista. In questo caso, infatti, l’istituto di credito emette l’assegno solo se esiste una capienza adeguata sul conto corrente del cliente. Di fatto, l’assegno circolare rappresenta un metodo di pagamento molto più sicuro e affidabile.
Cosa succede se è mettiamo un assegno bancario scoperto?
L’ordinamento giuridico italiano non prevede sanzioni di tipo penale per chi emette un assegno bancario scoperto. Tuttavia, qualora si presentassero alcuni presupposti, come la reiterazione del reato, c’è il rischio che il titolare dell’assegno venga accusato di truffa.
Il reato di truffa è una condotta che un soggetto adotta con il preciso scopo di ingannare il debitore e trarne un indebito vantaggio.
Tuttavia, può capitare che un assegno sia scoperto per errore e non per volontà da parte di chi lo hai emesso.
In questa fattispecie, quando il cassiere della banca comunica la mancanza di copertura dell’assegno, il creditore alla possibilità di contattare il debitore per verificare le sue reali intenzioni e se esistono i presupposti per onorare l’impegno assunto.
È compito della banca contattare il debitore, per sollecitare il pagamento o meglio il versamento della somma mancante.
Se il debitore ha commesso un errore e non era intenzionato a truffare il suo creditore, può avvalersi del cosiddetto pagamento tardivo. In questo modo, egli potrà sanare la situazione debitoria entro 68 giorni, se l’assegno è emesso su piazza oppure entro 75 giorni, se l’assegno è emesso fuori piazza.
In questo caso, però l’importo dell’assegno sarà aggravato da un 10% in più. Inoltre, verranno applicati interessi legali per ogni giorno di ritardo nel pagamento.
Nel caso in cui Il debitore non intendesse onorare il suo impegno e gli sarà segnalato è iscritto al registro della CAI, ovvero la Centrale di Allarme Interbancaria. Il debitore sarà iscritto nella lista dei cattivi pagatori e potrà essere protestato. Ciò vuol dire che sarà possibile aprire una procedura di pignoramento sui beni del debitore.
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