L’APE sociale è un anticipo pensionistico molto utile a determinate categorie di lavoratori. Ma attenzione ai requisiti per conseguirlo.
In tema di pensioni e APE sociale, l’ultima manovra contiene importantissime novità per coloro che svolgono lavori gravosi, tra cui gli artigiani. I dettagli.
Un utile circolare dell’Inps dello scorso 25 maggio fa chiarezza sulle ultime novità incluse nella legge di Bilancio e riguardanti pensioni, anticipo pensionistico e categorie di lavoratori addetti alle professioni cd. gravose, che accedono al beneficio dell’APE sociale.
Si tratta di precisazioni rese note dall’istituto di previdenza, aventi ad oggetto le modifiche all’ultima manovra. Nel 2022 artigiani e operai specializzati possono accedere al beneficio dell’APE sociale con 63 anni e 36 anni di contributi. Per quanto riguarda le madri, Inps segnala lo sconto fino a due anni di contributi. Stop pure all’attesa di 3 mesi per i disoccupati che abbiano terminato la prestazione contro la disoccupazione denominata Naspi.
Soprattutto, in tema di trattamenti pensionistici, rileva l’assegno anticipato agli artigiani. Vediamo più da vicino alcuni degli aspetti chiave della circolare Inps suddetta.
Pensioni e APE sociale: il contesto di riferimento e i vantaggi dell’anticipo pensionistico
APE sociale è un’abbreviazione che sta per anticipo pensionistico. In buona sostanza dà la facoltà a chi ha un’età di 63 anni di andare in pensione anteriormente rispetto alle condizioni di cui alla legge Fornero. La norma fu inserita nella legge di Stabilità 2017 e ora – alla luce anche dei chiarimenti della circolare Inps del 25 maggio – viene estesa anche agli artigiani, categoria rientrante tra le gravose e dunque tra quelle beneficiarie dell’anticipo pensionistico.
In principio l’idea del governo fu quella di prevedere una sola Ape, quella volontaria. Ma nell’ambito della trattativa con i sindacati si era aggiunta un’altra possibilità a costo zero per i lavoratori, anche se a determinate condizioni – appunto l’APE sociale.
Nessun dubbio a riguardo: il citato meccanismo consiste in una indennità garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps ai lavoratori in stato di difficoltà, che domandino di andare in pensione al compimento dei 63 anni.
Come detto poco sopra, l’APE sociale è stata introdotta dalla legge di Stabilità 2017 (Legge 232-2016) e poi prorogata di anno in anno fino all’ultima legge di Bilancio. Pertanto la misura è ancora in vigore per tutto il 2022, per chi conseguirà i requisiti previsti nel corso dell’anno.
APE sociale e categorie professionali beneficiarie: tra i lavori gravosi anche gli artigiani
L’APE sociale si rivolge da quest’anno a moltissime categorie professionali considerate ‘gravose’. Pensiamo ad esempio ai magazzinieri, ai tecnici della salute e a coloro che si occupano della cura estetica (ad es. barbieri e estetisti). Compresi, come accennato, anche gli artigiani e tra essi troviamo ad esempio calzolai, tintori, panettieri e tessitori.
I chiarimenti su questo punto da parte della circolare Inps sono assai significativi, in considerazione dell’evidente utilità dello strumento in oggetto. Rimarchiamo che si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps dai 63 anni fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni). E’ versata per 12 mensilità annue e il suo valore corrisponde alla pensione maturata fino a quel momento entro un limite di 1.500 euro lordi mensili.
Gli artigiani nel 2022 potranno dunque ottenere il beneficio dell’APE sociale con 63 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi regolarmente versati.
Chi sono tutti i beneficiari dell’APE sociale?
Come chiarito dall’Inps, la legge di Bilancio 2022 ha esteso la misura anche nei confronti dei soggetti che conseguono i requisiti nel corso del 2022.
Per completezza ricordiamo che le categorie beneficiarie sono in totale quattro:
- gli invalidi civili almeno al 74% (63 anni di età e 30 di contributi);
- i lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione (63 anni di età e 30 di contributi);
- i c.d. caregivers, ossia i familiari che svolgono attività di cura, supporto e di vicinanza rispetto al malato (63 anni di età e 30 di contributi);
- i lavoratori dipendenti addetti alle cd. mansioni gravose, tra cui appunto gli artigiani (63 anni di età e 36 di contributi).
E come accennato in apertura, alle madri è assegnata una ulteriore agevolazione consistente nello sconto sul requisito contributivo di un anno per ogni figlio entro un massimo di due anni.