Pensioni in pagamento, blocchi e limitazioni di cui essere al corrente: l’esperto spiega più in dettaglio, cosa starebbe accadendo.
La pensione è quel trattamento economico che ogni lavoratore, dipendente o autonomo, percepisce alla fine della propria carriera lavorativa.
Si tratta di una fase di cambiamento non indifferente, che di certo porterà il pensionato ad avere più tempo per se stesso. D’altro canto, però, molto ha a che fare con l’importo pensionistico che percepirà e da cui dipenderà il suo tenore di vita.
Ecco perché, prima di optare per l’addio per sempre al proprio lavoro, è fondamentale eseguire i giusti calcoli e se necessario, restare qualche anno in più in attività.
Quest’anno, il governo ha introdotto un piccolo aumento delle pensioni, incremento che si aggira sullo 0,8%. Tuttavia, non tutti i pensionati potranno riceverlo, e in questo si tratta di una categoria specifica di pensionati.
Come detto, quest’anno ci sarà un lieve incremento, pari allo 0,8%, per tutti i pensionati, ma non tutti lo potranno ottenere.
Da quanto si apprende, sarebbero esclusi i pensionati italiani che risiedono all’estero. A parlarne è Fabio Porta, deputato PD eletto in Sudamerica, come riporta l’Aise. Porta pone l’accento sul blocco della rivalutazione automatica per pensioni che superano il trattamento minimo, che l’INPS invia ai pensionati che vivono in altri Stati.
«Sono stati colpiti e penalizzati circa 60.000 pensionati i quali non usufruiranno dell’adeguamento (comunque insignificante – dello 0,8% – ma pur sempre un aumento) delle loro pensioni all’aumento del costo della vita», ha detto il deputato, «fermo restando tuttavia l’effetto negativo dell’esclusione anche sui ratei di trattamento corrisposti negli anni successivi al 2025».
Porta spiega che tale esclusione sarà eseguita solo per l’anno corrente, o così parrebbe. Si tratta di un provvedimento che farebbe risparmiare allo Stato 8,6 milioni di euro per ogni anno, in un lasso di tempo che va dal 2025 al 2028.
Negli anni a seguire, l’effetto di una spesa minore andrebbe a diminuire in modo progressivo, in proporzione alla riduzione del numero di individui coinvolti. Per le altre 290 mila pensioni in pagamento all’estero, che sono pari oppure al di sotto della pensione minima, ci sarà un aumento del 2,2% per quest’anno e nel 2026, dell’1,3%.
Con la Manovra di Bilancio 2025, c’è stata una proroga fino al 2026 dell’aumento delle pensioni pari o al di sotto della pensione minima, e tale incremento farà giungere la prestazione minima a 616,67 euro (escluse maggiorazioni sociali).
Si tratta di una cifra che Porta definisce “irrisoria”, «a fronte dell’aumento persistente del livello generale del costo della vita e della conseguente diminuzione del potere d’acquisto della moneta, che penalizzano soprattutto i pensionati».
In tema, invece, di pensioni in convenzione internazionale, l’aumento è computato «non sull’importo complessivo in pagamento inclusivo del pro-rata estero, ma solo sul pro-rata italiano».
Porta chiosa asserendo che i tre tipi di pensioni, ossia quella anticipata ordinaria, “Quota 103” e “Opzione Donna”, «prevedono le cosiddette finestre mobili, introdotte per contenere la spesa pensionistica».
Tali finestre mobili, come prosegue il deputato dem, «posticipano la decorrenza dai 3 ai 12 mesi, dal momento del perfezionamento del diritto anche per gli eventuali aventi diritto residenti all’estero».
Porta chiosa dicendo che nonostante abbiano più volte fatto richieste all’attuale governo e ai governi che li hanno preceduti, «non si muove nulla nel campo della stipula o del rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale».
Il deputato dem conclude dicendo che in questo modo, restano fuori «decine di migliaia di nostri connazionali dalla tutela previdenziale in regime di convenzione internazionale».
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