Ottenere una pensione un po’ più cospicua si può, ma è necessario attivare un iter altrimenti sarà impossibile ottenere l’aumento
Le pensioni per il 2025 saranno migliori? Le condizioni degli italiani potranno vedere uno spiraglio di luce? Queste sono le domande che i cittadini continuano a porsi. La verità è che siamo tutti disperati, non solo per il presente, ma soprattutto per un futuro che sembra essere sempre più nero.
Così, il sentimento di sconforto non riesce a essere legato a un periodo preciso, chiuso, da superare: bensì si espande, e cresce in ottica futura. Con una popolazione che invecchia e il sistema previdenziale sotto pressione, molti italiani si chiedono come cercare massimizzare il proprio assegno pensionistico, che al 90% dei casi sarà talmente basso una volta raggiunto che non permetterà una vita dignitosa.
Un’ottima soluzione per integrare la pensione di base è rappresentata dalla previdenza complementare, un’opportunità che non tutti conoscono ma che può fare la differenza, soprattutto negli anni della vecchiaia. Vediamo allora come funziona e cosa bisogna fare per ottenere un incremento, che anche se minimo, potrebbe aiutare a ottenere un’uscita più dignitosa.
Come sappiamo, in Italia niente è regalato, ogni centesimo che si ottiene dallo Stato deve essere sudato il doppio, così avviene anche per la previdenza complementare. Si tratta proprio di un sistema integrativo che affianca la pensione pubblica, e che no, non viene ‘regalato’ e ‘offerto’, bensì deve essere ‘lavorato’ anch’esso. Si basa su fondi pensione, che possono essere aperti, chiusi o individuali.
Il vantaggio principale è la flessibilità: si può scegliere quanto e come versare in base alle vostre possibilità economiche, ma sfruttando benefici fiscali significativi. I contributi versati, infatti, sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 5.164,57 euro l’anno.
Questo significa che oltre a risparmiare per il futuro, si ridurranno anche le imposte da pagare oggi. Innanzitutto ci si dovrà informare sui fondi disponibili, poi sottoscrivere un piano, scegliendo la somma da versare mensilmente o da versare periodicamente in base alle proprie esigenze, e poi monitorare il rendimento annuo.
Quando si inseriranno i contributi versati nella dichiarazione dei redditi si potrà ottenere la deduzione fiscale. Una volta arrivati alla pensione si avrà un gruzzoletto di denaro messo da parte che aiuterà a riempire gli assegni pensionistici più asciutti, verrà dato in un’unica soluzione e potrà essere visto come una vera integrazione pensionistica.
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