9 euro come trattamento economico minimo all’ora: il Governo si esprime definitivamente sulla questione, ma non sarà totalmente risolutiva
In Italia il dibattito sul salario minimo ha guadagnato sempre più attenzione negli ultimi anni. Questo perché in Europa è una tematica già dibattuta e anche superata, invece in Italia, tra nero e salari da pochi euro all’ora, continua a essere un tema centrale per garantire un tenore di vita dignitoso.
Soprattutto in un periodo come questo che stiamo vivendo, nel quale il costo della vita è in continuo aumento e anche il salario medio di un italiano non basta più per vivere tranquilli fino a fine mese. In Italia da questo punto di vista siamo rimasti indietro, specie nei settori meno qualificati, per i quali vengono proposte paghe al limite dell’etico, che non permettono neanche di coprire le spese essenziali.
È un circolo vizioso dal quale è difficile uscire: un intervento sul minimo salariale potrebbe poi favorire anche il problema del lavoro in nero. Dall’altra parte ci si continuava a chiedere se inserire un minimo salariale per tutti potesse essere un’occasione per le aziende per poi ribassare le altre paghe pur di non rimetterci denaro.
In generale, in questi mesi la situazione ha stimolato un acceso dibattito tra chi ritiene il salario minimo uno strumento di equità sociale, e chi invece teme che una soglia obbligatoria possa venir gestita in modo poco equo dalle piccole imprese.
Sembra che un primo passo sia stato fatto in Italia in un Comune che ha scelto di tutelare i lavoratori con l’introduzione di un salario minimo pari a 9 euro lordi all’ora per alcuni lavori. A Napoli infatti tutte le aziende che hanno rapporti di lavoro, forniture e servizi con il Comune dovranno garantire ai propri dipendenti un trattamento minimo di circa 9 euro lordi all’ora.
Si tratta nello specifico di una regolamentazione che parla solo alle aziende che operano per il settore pubblico e per servizi comunali. Questa delibera è il frutto di un processo iniziato a novembre dell’anno scorso, e conclusosi a luglio di quest’anno, quando il consiglio comunale approvò un ordine del giorno in merito. In vigore quindi già da qualche mese.
Questa cifra, sebbene inferiore rispetto ai salari minimi di altri Paesi europei, rappresenta un primo passo verso una rete di protezione per i lavoratori italiani. La città di Firenze, ad esempio, sotto la guida del sindaco Mario Nardella, è stata la prima a introdurre una retribuzione minima di 9 euro l’ora. Questa iniziativa locale ha segnato un punto di svolta nella battaglia per il salario minimo.
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