Potenziare stipendi e pensioni con il nuovo anno sarà possibile, anche senza considerare l’adeguamento all’inflazione
Con l’avvicinarsi del 2025, molti italiani attendono novità su stipendi e pensioni. Se in un primo momento si era tutti concentrati e speranzosi sui rincari sulle pensioni relativi all’adeguamento all’inflazione, già da diverse settimane a questa parte il sogno è svanito.
Il Governo ha raccontato di aver avuto difficoltà a trovare i fondi per finanziare rialzi ingenti, ma sempre secondo i ministri bisognerebbe intendere come una prima vittoria il fatto di essere riusciti a riconfermare gli aumenti inseriti l’anno scorso nella Legge di Bilancio per il 2024. Soprattutto in un contesto economico caratterizzato dall’inflazione crescente e dal costo della vita in aumento, per gli italiani è ancora più importante capire come poter ottimizzare le entrate, sia per quanto riguarda gli stipendi che gli assegni pensionistici.
Nel primo caso è stato confermato il taglio del cuneo fiscale (anche se non è stata ancora chiusa la Legge di bilancio e non si parla con certezze alla mano), ma per quanto riguarda le pensioni la situazione è un po’ più complicata. Esiste una nuova strada alternativa per cercare di far fruttare al meglio i propri contributi ed evitare i tagli sull’assegno legati alla pensione anticipata.
Assegno pensionistico maggiorato grazie a una novità per il 2025
Anticipare la pensione prevede per un lavoratore dei tagli di assegno nella maggioranza dei casi. Questo il motivo per il quale alla fine molti lavoratori scelgono di evitare l’uscita anticipata facendo un calcolo sui benefici: non in tutti i casi conviene, soprattutto per chi è ancora in salute e può rimandare l’uscita pensionistica.
Ecco perché spesso ci sono lavoratori che preferiscono continuare a restare al lavoro. Dal 2025 arrivano però nuovi vantaggi legati al ‘restare al lavoro’ rifiutando la quota 103. Quest’ultima è stata confermata anche per l’anno seguente, ma per chi rifiuterà l’anticipo, ci saranno nuovi vantaggi sul piano dell’assegno pensionistico.
Vantaggi che si traducono nella monetizzazione massima della pensione e degli ultimi stipendi con una riduzione sulla tassazione. Tra le opzioni in discussione, troviamo la possibilità di convertire i premi di produzione e i benefit aziendali in contributi extra per la pensione, incrementando così il montante previdenziale senza pesare troppo sulle casse dello Stato, ma anche un bonus sulla produttività passata e un bonus per coloro che decidono di ritardare l’uscita pensionistica.
Questo approccio consentirebbe di ottenere un aumento dell’importo mensile percepito senza ricorrere a riforme pensionistiche onerose per lo Stato. Lo sgravio per coloro che decidono di rimanere al lavoro si ottiene presentando istanza all’INPS e corrisponde a un 9,19%. Attraverso questo ’sconto’, una volta in pensione, al lavoratore sarà così garantito uno stipendio più alto.