Hai chiuso la tua attività ma pensavi di aver chiuso anche con il Fisco? Attenzione, perché la dichiarazione IVA potrebbe ancora riguardarti!
Non presentarla in tempo può costarti caro, con sanzioni che arrivano fino a 2.000€. Ecco cosa fare per evitare problemi e assicurarti di essere in regola con l’Agenzia delle Entrate.
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Armando aveva un piccolo negozio di elettronica, Amanda era una consulente freelance. Entrambi, dopo anni di lavoro, hanno deciso di chiudere le loro attività. Hanno fatto tutto per bene: chiusura della Partita IVA, ultimi pagamenti, documenti sistemati. Ma pochi mesi dopo, una brutta sorpresa: una sanzione per non aver presentato la dichiarazione IVA.
Sì, perché anche se la Partita IVA è stata chiusa, la dichiarazione va comunque presentata per l’anno in cui si è operato, anche solo per pochi mesi. E se ci si dimentica? Le multe possono essere pesanti.
Non tutti sanno che la dichiarazione IVA va trasmessa per via telematica all’Agenzia delle Entrate anche dopo la chiusura dell’attività. I tempi sono chiari: va presentata tra il 1° febbraio e il 30 aprile dell’anno successivo alla cessazione. Per chi ha chiuso nel 2024, ad esempio, la dichiarazione va fatta entro aprile 2025. Eppure, tanti ex titolari di Partita IVA non lo sanno, o semplicemente se ne dimenticano.
Ecco cosa devi sapere per evitare errori costosi e restare in regola.
Quando la dichiarazione IVA è obbligatoria anche dopo la chiusura
Chi ha avuto una Partita IVA attiva per almeno una parte dell’anno precedente deve presentare la dichiarazione IVA, indipendentemente dal momento della chiusura.
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Questo vale per:
- Imprese individuali e società che hanno chiuso e cessato la Partita IVA;
- Liberi professionisti e lavoratori autonomi;
- Chi operava in regime ordinario o semplificato;
- Chi era in regime forfettario, ma aveva applicato l’IVA prima della cessazione.
Sono invece esclusi da questo obbligo:
- Chi era in regime forfettario o dei minimi senza aver mai applicato l’IVA;
- Soggetti esonerati per legge dalla dichiarazione IVA.
Inoltre, attenzione a chi chiude e riapre una nuova Partita IVA nello stesso anno: in questo caso, la dichiarazione deve includere entrambe le attività in un unico documento.
Quanto si rischia se la dichiarazione IVA non viene presentata?
Molti pensano che, una volta chiusa la Partita IVA, non ci sia più nulla da fare con il Fisco. Errore! Se la dichiarazione IVA non viene inviata entro il termine previsto, le sanzioni sono salate:
- Da 120% a 240% dell’IVA dovuta, con un minimo di 250€;
- Se non è dovuta IVA, la multa va da 250 a 2.000€;
- Se viene presentata in ritardo ma entro 90 giorni, si può ridurre la sanzione con il ravvedimento operoso.
E se hai un credito IVA residuo al momento della chiusura? Puoi compensarlo con altre imposte o chiedere il rimborso, a condizione che l’attività sia stata svolta per almeno 3 anni.
Molti professionisti si accorgono di questo obbligo solo quando arriva la multa dell’Agenzia delle Entrate. A quel punto, non resta che pagare o cercare di rimediare con il ravvedimento operoso, che riduce l’importo della sanzione ma non la annulla del tutto.