Rivoluzione in arrivo anche per il mondo del lavoro, è pronta la nuova arma per contrastare il lavoro in nero. Scopriamo insieme di cosa si tratta e cosa sta per cambiare.
Una delle piaghe del nostro Paese è rappresentata in modo inequivocabile dal lavoro in nero. Infatti, secondo una stima della Confederazione Generale Italiana degli Artigiani (Cgia) risalente all’anno 2020, sono oltre 3,3 milioni i lavoratori in nero nel nostro Paese. In un contesto come quello attuale, il Governo è impegnato in prima linea per il contrasto al “sommerso” in cui vi entra senza alcuna ombra di dubbio anche il lavoro in nero.
Tuttavia, nonostante le numerose mosse messe in campo dal Governo per contrastare questa pratica illegale, sono ancora moltissimi coloro che prestano attività lavorativa in modo illegale. Proprio per questo motivo, il Governo ha interrotto una nuova arma per contrastare con maggiore fermezza il lavoro in nero. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di chiarezza.
Nuova arma per il contrasta al lavoro in nero, la rivoluzione è in atto: ecco di cosa si tratta
Il lavoro nero è da sempre una piaga terribile nel nostro Paese: nonostante i vari tentativi di arginamento di questo fenomeno, esso sembra inarrestabile. Sono sempre tantissimi i lavoratori che si vedono costretti ad accettare proposte di lavoro a nero con orari massacranti, paghe misere e zero diritti.
In loro favore e per offrire loro condizioni migliori, il Ministero del Lavoro ha pensato alla creazione di un portale web dedicato. Si chiama “Portale Nazionale del Contrasto al Lavoro Sommerso” ed è gestito dall’Ispettorato nazionale del lavoro. In esso, infatti, confluiranno i risultati di attività di vigilanza in materia di lavoro nero.
Tale attività di vigilanza sarà svolta dall’Ispettorato stesso in concomitanza con INPS, INAIL, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.
Il comunicato del Ministero del Lavoro
Il Ministero del Lavoro ha annunciato l’apertura di questo portale attraverso l’emanazione di un apposito comunicato. Esso, infatti, andrà a sostituire ed integrare la banche dati già esistenti e l’accesso sarà dedicato alle amministrazioni territoriali.
Nel dettaglio, in esso confluiranno i verbali ispettivi e tutti gli altri provvedimenti consequenziali all’attività di vigilanza. Il tutto, secondo i programmi del Ministero, dovrebbe entrare in vigore entro la metà del mese di ottobre 2022.