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Economia e Finanza

Resta poco tempo per anticipare la pensione e ricevere un assegno più alto

Ancora qualche mese giorni per fruire della pace contributiva che permette di anticipare la pensione e aumentare l’importo dell’assegno. 

Anticipare la pensione e ricevere un assegno più alto

La pace contributiva al 31 dicembre 2021 termina il suo periodo sperimentale. Si tratta di un utile strumento che permette di riscattare i cosiddetti “buchi contributi“, periodi non coperti da contribuzione. Se non sarà prorogata, questa possibilità non ci sarà nel 2022. Quindi, i lavoratori che intendono anticipare la pensione e ottenere un assegno più alto, devono sbrigarsi perché la scadenza è vicina. La pace contributiva permette di riscattare con oneri agevolati i periodi non coperti da contribuzione. Analizziamo quando e se conviene accedere alla pace contributiva.

Ancora poco tempo per anticipare la pensione e ricevere un assegno più alto

La pace contributiva è stata introdotta dal decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019 e convertito dalla Legge numero 26/2019. Questa misura consente a coloro che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua, di accedere prima alla pensione. In effetti, con la pace contributiva è possibile recuperare ai fini previdenziali i periodi in cui non si è lavorato. Questa operazione, permette di anticipare la pensione e aumentare al tempo stesso l’assegno pensionistico.

Per accedere a questa misura sono richiesti requisiti specifici e consta di molti vincoli. Inoltre, questa misura può essere richiesta anche dai superstiti o parenti affini al secondo grado con il lavoratore defunto. Pensione di reversibilità: c’è un ‘regalo’ da 3.400 euro, ma non tutti lo sanno

Però, per accedere a questa misura, bisogna rispettare i seguenti requisiti:

a) lavoratori che non hanno contributi accreditati al 31 dicembre 1995, ovvero che hanno iniziato a versare contributi dal primo gennaio 1996;

b) si possono riscattare solo i contributi compresi nel fattore temporale che va dalla data dell’iscrizione alla previdenza e il 28 gennaio 2019 (data in vigore del decreto legge n. 4/2019);

c) si possono riscattare un massimo di cinque anni di contributi, anche non continuativi;

d) la scadenza della pace contributiva è il 31 dicembre 2021, oltre tale data, salvo proroga, non si potrà fare domanda.

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Riscattare i contributi conviene?

Per sapere se conviene la pace contributiva, bisogna fare varie riflessioni, la prima è quella che la norma si riferisce solo ai lavoratori che entrano nel sistema contributivo. Quindi, il vantaggio è solo per coloro che liquidano la pensione con il sistema contributivo, e permette di anticipare il pensionamento e incrementare l’importo dell’assegno.

Questo misura permette a molti lavoratori di accedere alla pensione con 64 anni e un minimo di 20 anni di contributi. Infatti, accedendo alla pace contributiva per colmare i periodi non lavorati, si può, ad esempio, raggiungere la soglia di 1,5 o 2,8 volte il valore dell’assegno sociale.

La pace contributiva oltre a prevedere la possibilità di anticipare la pensione e ottenere un assegno più alto, permette anche di avere vantaggi fiscali significativi. Infatti, l’onere di riscatto pagato per i contributi previdenziali, può essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi annuali con un’aliquota del 50%. Inoltre, l’importo è  ripartito in cinque quote annuali.

Da considerare che l’importo da pagare per compensare i contributi mancanti, può essere rateizzato senza l’aggravio di interessi, fino ad un massimo di 120 rate, partendo da un importo minimo di 30 euro a rata. La rateizzazione è possibile quando i contributi non servono nell’immediato per la liquidazione della pensione, in questo caso il versamento deve essere effettuato in un’unica soluzione.

Angelina Tortora

Giornalista iscritta all'Ordine dei Giornalisti Campania, mi occupo di tematiche fiscali e previdenziali. Da sempre vicino al lettore, rispondo ai loro quesiti sulle varie problematiche.

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