La volontà degli investitori di proteggere i capitali sotto forma di acquisti sta favorendo quelli che attualmente risultano beni rifugio che possono garantire ristoro dall’inflazione e al contempo protezione dalle incertezze delle economie internazionali.
Secondo gli analisti di JP Morgan i tentennamenti del comparto azionario sembrano avere poca influenza in questo periodo di mercato sul valore delle materie prime. L’oro in particolare si appresta a chiudere la migliore settimana da due mesi a questa parte.
Da giugno l’oro vive una fase discesista dopo che il primo del mese aveva raggiunto i suoi massimi relativi a 1919 dollari, fino ai minimi raggiunti il 18 a 1871 dollari. Su questo livello il repentino crollo dei prezzi ha mostrato una fase di mercato caratterizzata dalle prese di profitto delle posizioni short, che hanno riportato i prezzi ai 1800 dollari attuali. Le quotazioni si trovano attualmente in quella che potrebbe essere la fine dell’influenza della parte discendente del ciclo di lungo periodo. Le circostanze internazionali potrebbero realizzare nuovi scenari con esiti destabilizzanti. La Cina, l’Iran e l’incertezza della situazione pandemica, hanno ancora mordente sul sentiment degli investitori, che prudenzialmente continuano a mantenere in portafoglio una quota del future o di strumenti correlati al prezzo dell’oro.
Per quanto riguarda il Forex, il cambio EUR/USD che si trova attualmente al prezzo di 1,18, è a partire almeno dagli inizi di aprile positivamente correlato al prezzo dell’oro. Quello che è attualmente uno dei cambi valutari più scambiati e liquidi sul Forex, sta venendo venduto sotto il suo prezzo medio degli ultimi otto mesi, con una variazione negativa pari al 5,24% che dall’inizio dell’anno ha creato l’attuale range di prezzo, entro cui la price action a partire dal 16 giugno ha innescato l’ultima tendenza ribassista, con un crollo in soli tre giorni pari al 2,37% del valore, fino ai minimi raggiunti il 21 luglio a 1,1752, rimbalzati sul supporto di prezzo a 1,1712 fino ai prezzi attuali.
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Il cambio euro dollaro si trova a vivere dal punto di vista macroeconomico una situazione decisamente complessa, in grado di mutare il sentiment molto più rapidamente rispetto al passato, innescando tendenze che sono frutto dell’incertezza e dell’avversione al rischio, più che dall’orientamento verso un nuovo valore. In questi giorni la volatilità a 10 giorni rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente è particolarmente bassa, il cambio euro dollaro sta scontando l’attesa per il rilascio dei dati Nonfarm payrolls e del tasso di disoccupazione degli Stati Uniti. È possibile un incremento della volatilità con movimenti speculativi e l’innesco di nuvole di ordini, che potrebbero portare il prezzo temporaneamente su livelli decisamente distanti da quelli attuali.
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