Si è parlato per giorni della vicenda che ha coinvolto Cristiano Ronaldo e la sua naturale quanto inaspettata reazione davanti agli sponsor della Coca Cola, nella conferenza stampa prima della partita del Portogallo degli Euro 2020 iniziati questo mese.
Sebbene si tenda nella cronaca sportiva a rendere potenti e plastiche le immagini dei calciatori, questa volta le critiche velate di Cristiano Ronaldo nei confronti di Coca Cola, non sono state la causa del suo presunto crollo in borsa.
Nelle immagini registrate durante l’ingresso nella sala prima della partita del Portogallo contro la Germania, il fuoriclasse della Juventus prende in mano le bottigliette di Coca-Cola, spostandole dall’inquadratura e dice “acqua” mostrando davanti le telecamere una bottiglia. Questo secondo i giornali avrebbe causato una perdita economica relativa alla capitalizzazione della Coca Cola, pari a 4 miliardi di dollari. Ma è veramente così?
Dal punto di vista tecnico Coca-Cola ha raggiunto nuovi massimi storici, con le quotazioni che il 21 febbraio 2020 hanno toccato quota 60,13 dollari e da allora, con un crollo frutto delle prese di profitto date dalle preoccupazioni internazionali, causate dall’avanzare oltre i confini cinesi della pandemia, ha fatto perdere in 21 giorni il 39,5% del valore, facendo entrare i prezzi in un range confinato entro i 55 dollari per azione.
Coca-Cola presenta caratteristiche di liquidità e volumi che la rendono un asset particolarmente volatile, con improvvisi incrementi di volume in grado di anticipare le tendenze o le sue inversioni. Quello che è successo la mattina di lunedì 14 giugno era completamente scontato nella price action, con un prezzo che aveva cominciato già dall’8 giugno un ritracciamento dai massimi del 5 giugno, arrivati intorno ai 56 dollari.
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La giornata del 14 giugno non ha avuto nessuna variazione fuori dalla media della volatilità, rispetto a quella delle dieci giornate precedenti, che hanno avuto dei valori compresi tra i 63 e i 64 centesimi di dollaro. In questo senso non è possibile giustificare un andamento tecnico dei prezzi con eventi accaduti nella stessa giornata in quanto non si è manifestata nessuna variazione statisticamente rilevante rispetto a ciò che avveniva sulle quotazioni nelle giornate precedenti. Alle 9:40 del mattino di lunedì 14 giugno il prezzo si trovava a 55,26 dollari, già in calo rispetto alla chiusura precedente del 1,6%, con una media giornaliera della variazione dei prezzi degli ultimi dieci giorni del 1,16% insufficiente ad affermare una relazione causale tra l’azione di Cristiano Ronaldo, avvenuta alle 9:43 e le quotazioni di Coca Cola.
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Se è avvenuto un fatto dal punto di visto economico quel giorno sulle azioni di Coca-Cola, è stato la distribuzione dei dividendi, che porta molti azionisti con un’ottica di breve periodo a chiudere le proprie posizioni, incassando oltre alla percentuale del dividendo anche l’eventuale differenza rispetto al prezzo d’acquisto delle azioni.
È molto semplice impostare una visione che collega fatti a conseguenze che possono in altre circostanze avere risvolti molto più importanti sull’influenza dell’opinione pubblica, soprattutto in relazione materie tecniche che difficilmente possono venire verificate dal pubblico generalista. Cristiano Ronaldo ha 290 milioni di follower su Twitter, abbiamo visto in tempi molto recenti, grazie anche alla potente influenza dei social media, quanto la forza delle parole e delle convinzioni post fattuali, siano riuscite a fomentare persino atti politici come l’influenza avuta sul Brexit nonché il tentato colpo di stato a Capitol Hill.
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