La democrazia moderna si basa sull’accesso e sulla condivisione delle informazioni, oggi filtrate da sistemi in grado di aggregare e selezionare il processo di condivisione in modi relativamente arbitrari.
Le grandi aziende tecnologiche come Facebook, Microsoft e Google, hanno nelle loro mani il delicato compito di conciliare i profitti con l’informazione veicolata per mezzo dei loro servizi, in modo da evitare pericolose distorsioni degli scopi per il quale essi vengono utilizzati.
Mark Zuckerberg che ha fatto di Facebook la prima tra le piattaforme a livello globale a riuscire a portare in modo incisivo gli effetti del virtuale sulla sfera privata a livello globale, vuole proseguire con l’evoluzione dei servizi offerti creando una realtà immersiva. Secondo la sua visione gli utenti del futuro non saranno solo in grado di fare il log-in su Facebook, ma potranno viverci.
Il CEO di Facebook vuole spingere il futuro della sua piattaforma verso la realtà virtuale. È convinto che nei prossimi anni le persone non si limiteranno ad accedere su internet ma entreranno in un metaverso, una realtà parallela digitale che diverrà, per usare le sue stesse parole, “l’espressione finale della tecnologia sociale”. I massicci investimenti che Facebook sta facendo nel settore della realtà aumentata, spingono necessariamente Zuckerberg ad elevare l’idea di un mondo parallelo virtuale, nel quale le persone entreranno per incontrarsi e paradossalmente usciranno di casa accedendo al servizio, che dovrebbe rappresentare quello che sarà anche il futuro di internet, che per mezzo di visori tridimensionali ed elementi in grado di ricreare sensazioni cinestesiche, per ora soltanto menzionati indirettamente, potranno dare la sensazione di contatto e scambio sociale con le altre persone.
Gli analisti e gli investitori si mantengono piuttosto cauti sull’assegnare a questi progetti un valore. La stessa dirigenza del noto social network nonostante abbia affermato che le spese per questa innovazione ammontino a miliardi di dollari, si mantengono prudenti sullo specificare l’evoluzione e i tempi per la messa in opera del progetto. Dal punto di vista tecnico a partire almeno da aprile 2021, le quotazioni Facebook hanno mostrato un trend rialzista regolare che ha portato il valore delle azioni dai 300 dollari con continuità fino ai massimi storici attuali a quota 373 dollari. Sono possibili nuovi ingressi al fine di tentare di cavalcare la fase rialzista, qualora un nuovo ritracciamento concederà un rapporto rischio rendimento sufficiente a partire almeno dai 365 dollari, fino al ritorno e al superamento dei massimi attuali.
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Un’altra azienda impegnata profusamente nel settore tecnologico e digitale è Microsoft, che ha rivelato recentemente gli utili aziendali dell’ultimo trimestre, i quali hanno superato in positivo per la decima pubblicazione di fila le aspettative degli analisti. La multinazionale di hardware e software aumenta la sua offerta di servizi tecnologici e digitali per attrarre nuovi potenziali clienti, concentrandosi sui servizi di cloud con Azure, in grado servire abilmente il settore lavorativo e aziendale, rendendo accessibile un ecosistema comprensivo del pacchetto Office, dopo aver diversificato abilmente nella produzione di almeno 120.000 visori per la realtà aumentata in appalto con l’esercito degli Stati Uniti adattati all’uso militare. L’azienda è stata in oltre in grado di avvantaggiarsi tramite Xbox, sfruttando la crescita straordinaria del comparto videogiochi, che nel 2020 ha avuto una crescita in termini di vendite pari al 25% su base annuale.
Le vendite nel comparto informatico e software che include Windows, Surface ma anche Xbox le vendite hanno raggiunto i 14,1 miliardi contro i 13,9 prospettati dagli analisti. Microsoft ha rivelato che nell’ultimo trimestre le vendite della console Xbox e degli hardware correlati sono più che raddoppiati mentre le vendite dei videogiochi della società sono aumentate del 11% in lieve calo rispetto alle vendite straordinarie registrate nello stesso periodo del 2020. LinkedIn, acquisito da Microsoft nel 2016 è diventato il terzo fattore di crescita per l’azienda, dati i rendimenti che negli ultimi tre anni hanno registrato una media 10 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda invece le vendite dei servizi Microsoft come Office e Azure, nell’ultimo trimestre sono salite del 21% per un valore pari a 46,2 miliardi di dollari e un utile netto che è arrivato complessivamente a 16,5 miliardi con l’azienda che ha raggiunto un valore patrimoniale pari a 2 mila miliardi di dollari. Attualmente l’investimento e il progetto di punta di Microsoft è proprio Azure, che rimane saldamente al secondo posto tra i servizi di cloud computer, preceduto da Amazon Web Service, che all’inizio di luglio ha affermato la sua posizione nella competizione diretta con l’azienda di Bill Gates. Amazon ha fatto perdere a Microsoft un appalto con il Pentagono da 10 miliardi di dollari, che verranno ripartiti tra i due colossi del settore digitale. Gli introiti per gli abbonamenti derivanti dall’utilizzo di Azure sono cresciuti del 46% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e le quotazioni della nota azienda di software sono aumentate nello stesso periodo del 15%, sovraperformando abbondantemente l’indice S&P 500.
Dal punto di vista tecnico le quotazioni Microsoft vivono un incremento straordinario, che negli ultimi quattro anni e mezzo ha portato il loro valore ai 288 dollari attuali con un incremento del 400% rispetto ai valori di gennaio 2017. Gli investitori appaiono particolarmente ottimisti sulle prospettive di crescita dell’azienda, considerando i prodotti attuali come Azure e Office, nonché gli investimenti e i progetti relativi ai settori dell’intelligenza artificiale e dei videogiochi. Il prezzo si trova attualmente in una fase che sconta l’euforia dei nuovi azionisti, che in ingresso sulle quotazioni alimentano la chiusura sistematiche delle posizioni ribassiste, diffidenti sugli eccessi a rialzo della tendenza, che tuttavia risulta continuamente alimentata a partire almeno dagli inizi di maggio, senza mostrare cicli fisiologici di ritracciamento, mostrando un’accumulazione progressiva che ha portato la price action attuale a coincidere con gli estremi della trend line di inizio anno.
Sono possibili in questi giorni prese di profitto che potrebbero portare nuovamente il prezzo verso i supporti a 275 dollari, con estensioni fino a 270 dollari. Le quotazioni pur non presentando una price acton ciclica, mostra range di prezzo che nelle ultime tre fasi ha delineato un intensificarsi degli scambi ogni 25 dollari di variazione del prezzo, il cui ultimo livello coincide proprio con il prezzo attuale.
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Il motore di ricerca per eccellenza ha avuto, diversamente dalla maggior parte delle aziende durante l’ultimo anno e mezzo, un incremento del suo giro d’affari, dovuto essenzialmente alla maggiore utilizzo di internet e di conseguenza degli introiti dovuti agli annunci pubblicitari. Nell’ultimo trimestre le vendite del settore pubblicitario, tramite le inserzioni presenti su YouTube, similmente a quelli di altri social network come Twitter e Snapchat, sono incrementati a livello globale del 29%. Dato l’aumento dei confinamenti entro l’ambiente domestico delle persone e nonostante la preoccupazione delle aziende per l’economia. I rendimenti dell’azienda californiana sono arrivati alla fine di luglio a 51 miliardi di dollari, mentre le sue azioni hanno avuto un rendimento medio di 27,26 dollari per azione, con un incremento del prezzo da inizio anno che è arrivato vicino al 50%.
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I profitti derivanti dal comparto delle ricerche su google.com si sono attestati a 35,8 miliardi, mentre gli introiti derivanti dal social media YouTube sono saliti del 84% arrivando a 7 miliardi di dollari. Alphabet così come le aziende nel settore digitale come Microsoft e Amazon, offre un servizio di cloud che ha attualmente alcune difficoltà a eguagliare i rendimenti e la popolarità dei due competitori principali. Nonostante questo, Google Cloud ha avuto un incremento dei suoi rendimenti del 54% derivanti soprattutto dalla riduzione di più di due terzi dei costi operativi per il servizio.
Dal punto di vista tecnico da gennaio 2021 quando il trend long si trovava a 1850 dollari, ha mantenuto una tendenza regolare fino alla fine di giugno, quando ulteriori accelerazioni dei volumi in ingresso hanno portato il prezzo fino ai massimi odierni a quota 2.728 dollari. Pesanti quantitativi di volumi chiusi in vendita nelle ultime tre giornate, i maggiori registrati negli ultimi cinque mesi, hanno portato le quotazioni a un accelerazione esponenziale in ipercomprato, discostandosi ampiamente dalla media che registrava la tendenza da inizio anno.
Le informazioni presenti in questo articolo non sono da intendersi come un invito all’investimento né alla speculazione.
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