Amazon lascia un po’ tutti a bocca aperta dichiarando che non accetterà più pagamenti con le carte VISA emesse in UK, per via delle commissioni di pagamento in aumento e considerate quindi troppo esose. Che sia, come da tempo suggeriscono i rumors, il primo passo verso una conversione cripto?
Il problema con le carte VISA sembra al momento interessare il solo Regno Unito, nel quale le commissioni di pagamento “Interchange” di Visa sono recentemente schizzate all’1,5%. Considerando che la media UE è dello 0,3%, la decisione non ga certo l’aria di non essere più che motivata. Specialmente poi per una realtà come Amazon, che più volte riesce a ottenere prezzi spesso imbattibili, studiando i margini delle loro attività fino al centesimo.
La decisione riguarderà quindi solamente le carte di credito emesse in UK, pertanto tutti gli altri utenti possono continuare tranquillamente a comprare i proprio prodotti come si è sempre fatto sulla piattaforma. La notizia però non può che far rizzare le orecchie agli appassionati e gli operatori nel mondo dei cripto-asset e della blockchain, dal momento che i rumors che hanno iniziato a girare da mesi, sembrano pian piano trovare, finalmente, dei riscontri tangibili.
Le ripercussioni per Visa della scelta di Amazon
Amazon, come sappiamo, è ormai il primo punto di riferimento quando si parla di E-commerce e vendita a distanza tramite marketplace. Almeno in Europa e America. Una notizia del genere quindi non può che certamente avere delle ripercussioni sulla fiducia che gli investitori ripongono nel famoso circuito di pagamento.
Il titolo di VISA, dopo l’annuncio, è infatti sceso del 5%, tornando ai livelli di qualche mese fa e mostrando da subito un riflesso di quanto accaduto.
Ipotesi pagamenti in criptovaluta su Amazon?
La notizia gira ormai da settimane per la rete e certamente la dichiarazione in questione, unita a diverse notizie di questo periodo, sembrano andare decisamente ad avvalorare l’ipotesi di un’apertura di Amazon ai pagamenti tramite bitcoin o qualche criptovaluta in generale.
A partire da questo, inevitabilmente, un’adozione sempre più massiccia anche da parte di altri operatori minori, sarà la naturale conseguenza. Del resto Amazon, da anni, ha sempre mostrato di ricoprire il ruolo di apripista del settore per l’introduzione di nuove tecnologie e metodi di lavoro.
La questione fee di pagamento sembra quindi uno degli inneschi per la spinta all’innovazione. Grazie alle recenti modernizzazioni e ottimizzazioni dei processi degli ecosistemi basati su blockchain, non per ultimo l’importante aggiornamento Taproot di Bitcoin, le transazioni tramite cripto stanno realmente diventando sempre più economiche, pur mantenendo dei livelli di sicurezza neanche lontanamente paragonabile a quelli cui siamo sempre stati abituati nelle transazioni commerciali.
Solo per fare un esempio, utilizzando il lightning network, si va ad eliminare in primis qualsiasi fee legata in modo percentuale all’importo. Di conseguenza inviare 10 BTC avrà lo stesso costo che inviare una manciata di Satoshi (un centomilionesimo di bitcoin). La commissione di pagamento totale inoltre andrà difficilmente a costare più dell’equivalente di un centesimo di dollaro.
Non stupirebbe quindi vedere altri segnali in quella direzione da parte del colosso delle vendite a distanze.
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E-commerce e criptovalute oggi
Ad oggi sono ancora pochi i siti di e-commerce che accettano pagamenti in criptovalute. Vuoi per problematiche legate ai software e i plugin necessari, vuoi perchè l’adozione da parte della massa ancora non ha raggiunto una copertura tale da giustificarne una diffusione più massiccia.
Anche utilizzare le carte prepagate legate a un exchange cripto, come ad esempio quelle di Binance o Crypto.com, per citarne due tra le più popolari, ancora non risolve il problema sollevato da Amazon. Difatti queste carte comunque utilizzano il circuito VISA o MASTERCARD per eseguire i pagamenti in valuta fiat. La comodità per l’utente è chiaramente poter spendere le proprie cripto con una carta prepagata, convertendole volendo un secondo prima di effettuare il pagamento.
Anche i pagamenti in criptovalute tramite Paypal, grazie al servizio implementato da qualche settimana, soffre di problematiche simili.
La strada sembra ormai tracciata e e tutto lascia intendere che l’adozione di massa delle criptovalute anche come strumento di pagamento comune per le masse, sia realmente alle porte. Le implicazioni di una rivoluzione del genere saranno certamente immense, specialmente per gli investitori che per per primi punteranno sulle realtà che prenderanno realmente posti di rilievo nel prossimo futuro.
Potenzialmente siamo a pochi passi da una rivoluzione simile a quella che è stata l’aver portato l’accesso a internet capillarmente tra le masse. Nulla vieta che i nuovi proprietari di Google, Amazon ed Apple del 2030 si nascondano oggi tra le community di appassionati e sviluppatori che in questi anni hanno contribuito a gettare le basi del potenziale nuovo mondo in arrivo.
Nessuno sta dicendo chiaramente di investire tutto il nostro portafogli in asset volatili e rischiosi come quelli oggi presenti nel mondo cripto. Ma se vogliamo cogliere un’opportunità di entrare in un mercato ancora agli albori, ma con tutte le carte in regola per dominare il futuro, probabilmente non restano cosi tanti anni.