Nonostante le istituzioni continuino a proporre contributi per le famiglie con figli, non stanno mancando i controlli a tappeto e le multe.
Con le festività che si avvicinano e l’anno che si sta per concludere, si sono moltiplicati un po’ in tutta Italia i contributi per le famiglie con figli, soprattutto per quelle che riversano in condizioni di difficoltà economica. Iniziative importanti che stanno aiutando numerosi nuclei a superare i momenti più complicati, con le spese che in ogni caso continuano a gravare sulle loro spalle. In aggiunta, pare che i controlli stiano diventando sempre più rigorosi, le autorità che portano avanti un monitoraggio attento e approfondito.
Le prime segnalazioni sono cominciate ad arrivare di recente, c’è chi ha parlato di multe e di richieste di rimborso da parte dello Stato. Inevitabile a questo punto l’intervento degli esperti, per chiarire la situazione. A fornire qualche risposta sulla questione è stato ad esempio Massimo Francaro, caporedattore de L’Economia del Corriere della Sera; fortunatamente la sua spiegazione si sta rivelando particolarmente utile per chi in queste settimane è rimasto interdetto leggendo le indiscrezioni circolate con insistenza.
Controlli del Caf sui figli a carico, multe da parte dell’Agenzia delle Entrate: cosa c’è di vero?
Un lettore del Corriere della Sera ha scritto per illustrare la propria situazione, parliamo di un genitore con due figli, rispettivamente di ventitré e di venticinque anni. Entrambi nel 2023 hanno svolto dei lavori saltuari, in ogni caso di modesta entità, senza superare il limite per essere considerati ‘a carico’. Il Caf è intervenuto in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi, sottolineando come l’Agenzia delle Entrate potesse inviare una sanzione qualora i ragazzi fossero risultati possessori di redditi superiori alla soglia imposta.
Come specifica Massimo Francaro, caporedattore per L’Economia, i Caf non sono tenuti a effettuare controlli sui requisiti necessari per l’ottenimento delle detrazioni derivanti da carichi familiari. In generale non hanno la possibilità di effettuarli, perché non hanno accesso ai dati reddituali dei soggetti.
Ciononostante, nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate si accorge di una liquidazione di importi non spettanti allora chiederà la restituzione della cifra al contribuente, compresi interessi e sanzioni. Insomma, la responsabilità ricade unicamente sulle dichiarazioni del richiedente, che dovrà presentare indicazioni sempre corrette e veritiere.