Hai mai avuto la sensazione che un titolo stia solo aspettando il momento giusto per risalire? In borsa, come nella vita, non sempre chi brilla di più è quello da tenere d’occhio.
A volte, le vere occasioni sono quelle più silenziose, quelle che si muovono sottotraccia. Campari potrebbe essere una di queste. C’è chi guarda i numeri e resta in attesa, e chi invece vede segnali che fanno pensare a un futuro diverso. E se la calma fosse solo apparente?

C’è qualcosa di affascinante in quei titoli che restano in secondo piano per un po’, ma che conservano dentro di sé il potenziale per sorprendere. Campari è una di quelle realtà solide, che hanno costruito un’identità forte nel tempo. I suoi brand sono riconosciuti ovunque e la sua presenza nel settore beverage è indiscutibile. Eppure, il titolo si trova ora in una fase riflessiva, con un prezzo attorno ai 5,62 euro, ben distante dai massimi storici. Questa distanza, però, secondo alcuni, potrebbe nascondere un’opportunità.
Il 22 aprile è una data da segnare: verrà staccato il dividendo di 0,06 euro per azione. Un segnale di continuità e di fiducia, anche in una fase di mercato non euforica. Non è una cedola altissima, ma è la conferma di una gestione stabile, che non interrompe la remunerazione degli azionisti nemmeno in periodi complessi.
Un titolo che divide: tra consenso prudente e valutazioni ambiziose
Oggi il consenso medio riportato da Market Screener colloca Campari in una posizione interessante ma cauta, con una raccomandazione media di “Accumulate”. Significa che il titolo, secondo la maggioranza degli analisti (22, per l’esattezza), merita attenzione ma senza eccessi di entusiasmo. Il prezzo obiettivo medio è di 6,98 euro, pari a un potenziale di rialzo del +24,15% rispetto ai livelli attuali. Un margine che non si può ignorare.

Tuttavia, ciò che rende davvero intrigante la situazione è che alcuni analisti, sempre come riportato su Marketscreener, arrivano a valutare il fair value tra un prezzo minimo di 4,50 euro e un prezzo massimo di 9,60 euro. Si precisa, comunque, a onor della chiarezza che anche se banche di affari autorevoli e analisti indicano dei target di prezzo, non è detto che questi debbano essere mai raggiunti.
In un contesto in cui le grandi società del comparto food & beverage lottano per conservare margini e visibilità, Campari si distingue per la resilienza del suo modello di business. L’internazionalizzazione del brand e una strategia ben calibrata rendono il titolo meno esposto alle turbolenze momentanee, pur senza garantire movimenti eclatanti nel breve termine.
Occhio ai segnali tecnici: silenziosi, ma promettenti
Sul fronte tecnico, Campari mostra segnali che potrebbero incuriosire. Dopo i massimi toccati nel 2021 in area 13,24 euro, il titolo ha perso terreno, ma oggi si trova in prossimità di un supporto chiave a 5,10, con una resistenza importante a 5,832. Un superamento di quest’ultima potrebbe segnare un cambiamento di passo.
Interessante anche l’analisi sulle medie mobili, che mostrano un orientamento al rialzo. Il titolo si muove nella cosiddetta “lingua dell’alligatore”, una figura tecnica che indica un possibile movimento esplosivo dopo un lungo periodo di compressione. E se si stesse formando un minimo di lungo periodo, allora potremmo essere davanti a qualcosa di più di un semplice rimbalzo tecnico.