A Bolzano si è tenuta l’ottava edizione dell’Equal Pension Day. In tale occasione è stato lanciato un allarme pensione donne. Scopriamo perché.
La parità di genere nella previdenza è il focus della ottava edizione dell’Equal Pension Day, organizzato da Pensplan. In tale occasione si è discusso di quanto sia ancora lontana la parità di genere, non solo in ambito lavorativo ma anche pensionistico.
La Pensplan è una società partecipata dalla Regione Trentino Alto Adige e dalle due province autonome di Trento e Bolzano. Sebbene l’analisi condotta riguardi la situazione regionale, purtroppo il trend è confermato anche su base nazionale. Dunque, partendo dalle riflessioni fatte nell’ambito della ottava edizione di Equal Pension Day è possibile analizzare la situazione italiana.
Nel 2022, l’assegno di vecchiaia delle lavoratrici della settore privato delle due province era di poco superiore agli 800 euro. Questo dato stride fortemente con la media dei pensionati uomini del Trentino, che percepiscono mediamente 1.900 euro al mese in Trentino, che diminuisce a 1.700 per gli altoatesini.
Intervenuto ai microfoni della Rai Maria Luisa Gnecchi, la vicepresidente dell’INPS, ha commentato i suddetti dati con le seguenti parole:
“Come la pensione è il riassunto di tutta la vita lavorativa, esistono purtroppo discriminazioni significative nelle retribuzioni nei percorsi di carriera, anche per tutti i lavori di “cura”, che sono ancora in capo alle donne, c’è una differenza significativa sulle pensioni.”
In occasione dell’ottava edizione dell’Equal Pension Day, tenutasi di recente a Bolzano, sono emersi dati allarmanti in merito alla disparità di trattamento pensionistico percepito dalle donne rispetto agli uomini.
Come sottolineato dalla vice presidente dell’INPS, Maria Luisa Gnecchi: la situazione rappresenta lo specchio di una disparità che si verifica per la durata dell’intera carriera lavorativa.
Nel 2021, nella regione del Trentino Alto Adige l’assegno di vecchiaia delle ex lavoratrice nel settore privato era pari a 824 euro di media. In base ai calcoli effettuati è emerso che circa il 76% delle donne percepisce un assegno di vecchiaia inferiore 1000 euro rispetto a quello percepito dagli uomini. Di fatto, solo il 32% degli ex lavoratori di genere maschile percepisce un assegno di vecchiaia di valore simile a quello delle ex lavoratrici.
Inoltre, è emerso che circa il 25% dei pensionati di genere maschile percepisce un assegno di pensione di un valore superiore a 2.000 euro. Tale percentuale si contrappone a quella femminile del 5%.
Così come spiegato dalla presidente di Pensplan, Johanna Vaja, una soluzione, che permetterebbe di ridurre il GAP tra pensionate e pensionati, potrebbe essere rappresentata dalla previdenza integrativa. Purtroppo, però, si tratta di una scelta non semplice, soprattutto nei periodi di incertezza nei mercati finanziari, che caratterizza il periodo storico che stiamo vivendo.
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