Allarme bollette pazze: quanto ti ritrovi in meno sul conto e come difendersi

Bollette dagli importi “pazzi”, attenzione al conto corrente: come intervenire e difendersi, la procedura da mettere in atto.

Sappiamo tutti bene di trovarci in un periodo complesso dal punto di vista economico, con conseguente aumento del costo della vita. Ad essere cresciuti sono i prezzi di beni di vario tipo, compresi e soprattutto quelli delle utenze. Attenzione, però, a distinguere il semplice aumento da altro: se hai ricevuto bollette “pazze” occhio al conto corrente e al pagamento. Ecco come difendersi, tutelarsi e agire: la via da percorrere.

Bollette pazze come difendersi
Importi pazzi delle bollette: come difendersi (trading.it)

Siamo preparati, ormai, a ricevere bollette più salate, ma, in alcuni casi, queste possono riportare cifre che ci lasciano sbalorditi e che preoccupano non poco. Prima di mettere mano al portafogli è bene considerare alcuni elementi, tra i quali anche una procedura che pochi utilizzano ma che potrebbe rivelarsi essenziali.

Occhio al conto corrente e ai pagamenti: cosa fare in caso di bollette “pazze”

Partiamo dal presupposto che, nel momento in cui si riceve una bolletta dall’importo che ci appare eccessivamente elevato, prima di procedere al pagamento è bene esaminarla nel dettaglio. Laddove, dunque, avessimo concordato per l’accredito diretto sul conto corrente, abbiamo la possibilità di “bloccare” lo stesso: sulla fattura, infatti, dovrebbe essere riportata la data dell’accredito in questione. Il rischio, altrimenti, è quello di vedersi scalare l’importante cifra prima di poter intervenire.

Bollette pazze pagamenti
Come comportarsi in caso di bollette pazze (trading.it)

A questo punto, occorre, prima di tutto, analizzare la bolletta. Un importo eccessivamente elevato potrebbe dipendere da fattori vari, quale una lettura del contatore non effettiva ed esatta e, di conseguenza, da un consumo stimato. Ma anche da profili clienti non applicati correttamente: pensiamo ad offerte e simili che abbiamo concordato e che, magari, non sono state riconosciute. Infine, bisogna accertarsi che non ci si trovi di fronte ad una rimodulazione: in tal caso dovremmo aver ricevuto il preavviso di 90 giorni.

In attesa di comprendere quale sia la causa e risolvere il problema, ciò che possiamo fare è un semplice reclamo. Ogni fornitore ha, in genere, un modulo apposito scaricabile dal sito ufficiale da inviare ad una mail certificata. Nella fase di contestazione, la fornitura non potrà essere sospesa né procedure di recupero delle somme avviate. Laddove, poi, la cifra risultasse effettivamente da pagare, una volta ricevuta la risposta del fornitore, si potrebbe avviare una procedura di Conciliazione. Ovvero una trattativa volta a trovare una soluzione che soddisfi sia il cliente che il fornitore.

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