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Lavoro, al via esperimento nel Regno Unito: cosa significa 80-100-80

In partenza un importante esperimento nel Regno Unito, dalla formula particolare: 100:80:100. Ma cosa significa? Non sono le misure di una modella.

Ciò che sta per iniziare nel Regno Unito forse realizzerà i sogni di molti lavoratori. La sperimentazione punta a provare una formula. Meno giorni lavorativi a settimana, mantenendo il 100% dello stipendio. Una novità che si rivela diversa anche da altri Paesi che stanno già effettuando cambiamenti. L’innovativo programma partirà a giugno 2022. Vediamo i dettagli.

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L’interessante progetto, che molto probabilmente farà felici molti lavoratori, parte a giugno e coinvolgerà una sessantina di aziende. Quando usiamo il termine “sperimentazione” è proprio perché si tratta di un esperimento. Serve a capire se la cosa possa funzionare per davvero. Vediamo cosa è previsto e come dovrebbe funzionare la “settimana corta all’inglese”.

Parte l’esperimento, cosa faranno i lavoratori “cavie”

Molto probabilmente in tanti vorrebbero fare da “cavia” per un esperimento così. Il progetto che partirà a breve nel Regno Unito sembra una “favola”. E la “formula magica” di questa novità è racchiusa in tre cifre: 100-80-100. In pratica, i lavoratori di una sessantina di aziende dovranno lavorare l’80% del tempo (quindi 4 giorni invece di 6) e prenderanno comunque il 100% dello stipendio. Quello che avrebbero guadagnato con la settimana canonica per intenderci. Però, dovranno mantenere la produttività al 100%. Ergo, lavorare per meno tempo, ma non di meno.

L’esperimento vuole arrivare a capire se il benessere del lavoratore inciderà appunto in positivo sulla produttività. Dopo la pandemia, tra le persone si è fatta strada una nuova consapevolezza. Giusto lavorare, sì, ma deve rimanere il tempo anche per godersi gli affetti, le passioni, le cose belle della vita. Tra l’altro questo esperimento avrà anche durata notevole perché terminerà nel gennaio del 2023. Chissà come “fremono” i 3.000 e passa dipendenti che stanno per iniziare questa “avventura”. Il progetto sarà monitorato dai ricercatori dell’Università di Cambridge, Oxford e del Boston College e da altri gruppi come 4-Days-Week.

Per chi non lo sapesse, 4-days-week è un vero e proprio “movimento”, nato nel 2018 da un imprenditore. All’epoca, Andrew Barnes, fondatore di una società di servizi finanziari in Nuova Zelanda, sperimentò di sua iniziativa una “settimana corta” e vide con i suoi occhi i risultati strabilianti. Da allora è nata questa nuova corrente di pensiero.

Non solo Regno Unito: la lista dei Paesi che ha già iniziato a cambiare le modalità di lavoro

L’esperimento nel Regno Unito ha sicuramente ideato qualcosa di diverso dagli altri Paesi. Ma è anche vero che già importanti risultati sono stati ottenuti. Sembra insomma, che indipendentemente dai dettagli, l’idea funzioni. Per fare qualche esempio, già nel 2019 Microsoft Japan ridusse i giorni di lavoro a 4. E, forse nemmeno tanto sorprendentemente, la produttività aumentò addirittura del 40%.

E non è tutto, perché oltre a questo sono stati riscontrati importanti risparmi di energia e risorse. L’elettricità di un -23% e persino la carta è stata usata di meno, fino al 59%.

Altri Paesi hanno adottato, e anche in tempi “non sospetti”, questo modello. Era il 2015 quando – ad esempio – in Islanda venne avviato un progetto del genere e i risultati furono eclatanti. I lavoratori sono risultati più entusiasti, più produttivi, meno stressati e quindi anche più felici. Seguono Scozia, Belgio, e persino la Spagna che ognuno a modo suo stanno adottando modalità di lavoro diverse. Lo scopo è sempre quello: aumentare il benessere psico-fisico dei dipendenti e ottenere al tempo stesso performance di alto livello. E in Italia, quando cominceremo?

Stefania Guerra

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