Nessuno deve vivere nella povertà e nella marginalità sociale, e le istituzioni lo sanno e cercano di creare aiuti perché nessuno resti indietro.
Nessuno resti indietro. Sembra uno slogan, in realtà è quello che il governo nazionale sta cercando di fare diventare una solida certezza, con sussidi per tutte le famiglie in difficoltà. Ma sembra non essere mai abbastanza e i dati Istat sono impietosi e ci dicono che la povertà assoluta in Italia è in crescita. Inquietante, ma vero.
Molte famiglie italiane sono in difficoltà economica e questo è un dato oggettivo confermato anche dagli ultimi rilevamenti Istat. Il governo sta cercando di attenuare prima, per poi eliminarlo del tutto il problema, ma sembra che non sia mai abbastanza, forse perché negli ultimi anni, dalla pandemia Covid, in poi, attraversando la guerra in Ucraina fino all’innalzamento dell’inflazione, le politiche sociali non sono state sufficienti ad impedire che sempre più famiglie italiani versassero in seri problemi economici.
Il governo Meloni ha confermato molti bonus soprattutto dedicati alle famiglie e ha istituito l’Assegno di Inclusione che, a differenza del Reddito di cittadinanza, oltre a dare un aiuto economico mensile, mira a trovare un lavoro a chi è disoccupato. E là dove non arriva il governo, spesso ci pensano Comuni e Regioni ad inventarsi aiuti speciali per le famiglie in difficoltà, ma sempre con l’aiuto dello Stato. Ed è proprio di questo che vi parliamo.
Aiuti a donne e bambini: le domande scadono il 30 novembre
Non solo donne e bambini ma anche senza fissa dimora ed ex detenuti, in pratica le persone più fragili che da sole non riuscirebbero a reintegrarsi nel modo migliore in società. Parliamo della regione Abruzzo dove sarà stanziata una cifra molto importante per aiutare chi rischia di finire nel dimenticatoio, nella marginalità, senza sapere a chi chiedere aiuto.
Nell’ambito del programma INtegra promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, gli Ambiti Distrettuali Sociali regionali interessati dovranno inviare un progetto di miglioramento e rafforzamento dei servizi rivolti alle persone meno abbienti. Entro la scadenza del 30 novembre 2024, gli interessati dovranno quindi preparare un progetto che intenda favorire l’inclusione sociale delle persone a rischio di grave marginalità. Con particolare riguardo, come anticipato, per le persone senza fissa dimora, le donne, i bambini e gli ex detenuti.
Il progetto deve mirare al sostegno all’inclusione sociale e lotta alla povertà (FSE+), promuovere l’integrazione sociale delle persone a rischio povertà o di esclusione sociale, comprese le persone indigenti e i bambini. Secondo il progetto della regione Abruzzo andranno migliorati gli interventi di accoglienza per le persone e i nuclei in condizioni di alta marginalità sociale, di presa in carico e accompagnamento nell’ambito degli interventi di Housing ad ampio spettro e Centri servizi per le persone senza dimora.
Tra le altre misure sono previsti: accompagnamento quali prima accoglienza e orientamento ai servizi, assistenza per pratiche burocratiche, misure di educativa alimentare, sostegno scolastico; sostegno alla ricerca di lavoro, prima assistenza medica, ecc.
Nell’ambito dell’accoglienza diurna possono essere realizzate comunità residenziali o semiresidenziali, circoli ricreativi o laboratori in cui svolgere attività formative socializzanti. E per favorire l’accoglienza notturna si possono creare dei dormitori d’emergenza, alloggi protetti o autogestiti. Chi abita in Abruzzo ed è in difficoltà presto sarà accompagnato ad una vita più dignitosa.