Affitto di casa: adesso c’è il termine di tolleranza per stare in casa senza pagarlo

Stare in casa senza pagare l’affitto: qual è il termine entro il quale ci si ritrova alla porta? Ecco, nel dettaglio, a cosa fare attenzione.

Come ben sappiamo, quello dell’affitto è un elemento regolato da un contratto vero e proprio che sancisce una serie di diritti e doveri tanto per il proprietario dell’immobile tanto per l’affittuario. Tale contratto contiene, in genere, clausole relative all’ammontare del canone mensile, alla cauzione, alla data di pagamento e così via. Cosa succede, tuttavia, quando l’affittuario non ottempera ai propri doveri finanziari? Qual è il termine di tolleranza entro il quale può “restare in casa” pur senza aver pagato?

Affitto, termine di tolleranza: cosa succede a non pagarlo
Cosa accade se non si paga il canone di affitto? (trading.it)

Partiamo dal presupposto che non pagare l’affitto è un illecito e, di conseguenza, il diretto interessato può andare incontro a problemi seri. Quanto tempo decorre, dunque, tra il primo pagamento non corrisposto e lo sfratto vero e proprio? Cerchiamo di chiarirlo nel dettaglio e vediamo qual è, solitamente, l’iter.

Affitto, cosa succede a non pagarlo: qual è il termine di tolleranza per rimanere in casa

Pochi sanno che sono sufficienti 20 giorni dalla scadenza del termine di pagamento dell’affitto affinché il proprietario dell’immobile possa procedere a riguardo. In tale circostanza, dunque alla morosità di un solo canone, questi può richiedere, tramite avvocato, l’intimazione dello sfratto. Tale intimazione avviene con una notifica di citazione dinanzi al Tribunale attraverso la figura di un ufficiale giudiziario.

Termine di tolleranza affitto
Affitto, termine di tolleranza e sfratto: attenzione (trading.it)

Cosa accade, però, laddove l’inquilino, pur avendo ricevuto tale notifica, non liberi l’immobile? Ebbene, per ottenere l’ordinanza di sfratto potrebbe essere necessario attendere tra i 4 e i 6 mesi. Se, poi, nonostante tale ordinanza l’inquilino non lasci ancora l’appartamento, si passerà all’esecuzione forzata con l’ufficiale giudiziario e, laddove occorra, l’intervento della forza pubblica. I tempi, in questo caso, sarebbero di ulteriore 3 o 6 mesi.

L’inquilino, dal canto suo, potrebbe presentarsi in Tribunale alla prima udienza dinanzi al Giudice e chiedere 90 giorni per ottemperare al pagamento. Tale periodo, definito “termine di grazia”, potrebbe essergli accordato. Ecco perché l’ordinanza di sfratto può richiedere dei tempi così lunghi.

Attenzione, però, a pensare di poter restare in casa, durante tutto l’iter che conduce all’esecuzione forzata, senza che vi siano conseguenze. Durante tale periodo, infatti, i canoni da corrispondere al proprietario non saranno sospesi, anzi, si continueranno ad accumulare. E si sommeranno al debito già esistente che ha dato vita alla procedura. Il proprietario, dunque, potrà agire legalmente per recuperare quanto gli è dovuto.

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