Affitti: i contratti adesso sono tanti e se sbagli sono guai

Affitti, ci sono diversi tipi di contratti tra cui scegliere, ed è bene informarsi per prendere la giusta decisione. 

Quando si ha un immobile a disposizione, e si intende affittarlo a qualcuno, ci sono diversi tipi di contratto tra cui scegliere.

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La soluzione migliore, dopo aver parlato con i potenziali inquilini a cui affittare casa, è quella di optare per un tipo di contratto che venga incontro alle esigenze del proprietario e del conduttore. Ogni accordo dovrà soddisfare entrambe le parti.

Ma quali sono i tipi di contratto che sono disponibili, a seconda dei casi? È importante, se l’intenzione è quella di affittare una casa, farsi un’idea di quelle che potrebbero essere le condizioni generali, in base alle esigenze che si hanno a livello abitativo e non solo.

Allo stesso modo, anche chi intende affittare un immobile, deve avere idea di cosa proporre all’inquilino. È bene far caso a durata, condizioni di rinnovo, tassazione ecc.

Affitti, tra quali tipologie di contratto si può scegliere

Sono quattro le soluzioni di affitto che la legge italiana permette: affitto a canone libero, a canone concordato, affitto transitorio, affitto transitorio per studenti.

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L’affitto a canone libero è tra quelli più usati e la durata è 4+4. Si stabilisce un canone tra le parti e il contratto dura un minimo di 4 anni, che è possibile rinnovare per altri 4. Tutto ciò, a meno che non si decida di disdire. Si può scegliere cedolare secca con aliquota 21%, e si può adeguare il canone attuando il 100% indice ISTAT.

L’affitto a canone concordato, invece, prevede che non si possa scegliere liberamente l’importo del canone. Questo dipende da accordi territoriali tra enti di categoria dei proprietari e sindacati degli inquilini. Il canone sarà stabilito riferendosi a posizione immobile, metratura, condizioni, e altri importanti parametri.

La durata minima può essere tre anni, con possibilità di rinnovare ad altri due. L’adeguamento del canone non può essere al di sopra del 75% della variazione ISTAT.

E poi ci sono gli affitti transitori, che sono, appunto, temporanei. Il canone è libero, se ci si trova in comuni che non sono densamente abitati (meno di 10 mila abitanti), altrimenti è a canone concordato. Questi contratti durano da 1 a 18 mesi, non c’è rinnovo automatico come nei casi sopraccitati, e si è obbligati a scrivere nel contratto una clausola che provi che è transitorio.

Di solito sono contratti per esigenze professionali, studio, apprendistato ecc. Esistono contratti per universitari fuori sede, ed è caratterizzato da canone concordato, durata da sei a 36 mesi, rinnovo automatico per un periodo che vada sempre da 6 a 36 mesi.

Fiscalmente, il contratto a canone concordato, dato che ha agevolazioni sulle imposte, è molto conveniente sia per il proprietario che per l’inquilino.

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