Affitti brevi, non solo bisogna rispettare la legge ma anche i condomini per evitare conflitti.
Una questione che spesso genera confusione è quella relativa agli affitti brevi. Ma cosa sono gli affitti brevi? In pratica i proprietari di un appartamento possono metterlo in affitto per periodi brevi (meno di 30 giorni) per trarne un profitto. Questa procedura però si scontra con un limite: il condominio.
Già perché molti conflitti sorgono quando si decide di mettere in affitto breve il proprio appartamento. I condomini spesso lamentano il via vai di gente che entra ed esce nel condominio. Inoltre, spesso gli ospiti che usufruiscono di tali affitti brevi non rispettano le regole della convivenza. Bisogna quindi trovare un equilibrio fra le esigenze di chi affitta e quelle dei condomini, ricordandosi anche di rispettare la legge.
Affitti brevi: cosa dice la legge e come evitare conflitti con i condomini
Ognuno può usare il proprio appartamento come preferisce però ha l’obbligo di rispettare i diritti degli altri condomini, sia per quanto riguarda le parti comuni sia per le proprietà private. Non c’è obbligo di ricevere un’autorizzazione dell’assemblea condominiale per stipulare contratti di affitto breve.
Tuttavia, va prestata particolare attenzione al regolamento condominiale che potrebbe contenere delle clausole specifiche contro gli affitti brevi. Quindi, oltre a seguire le leggi generali, è necessario attenersi alle norme del regolamento condominiale dove sono iscritte le regole per l’utilizzo e la fruizione delle aree comuni, la suddivisione delle spese e la conservazione del decoro architettonico.
In questo regolamento possono essere inserite anche delle clausole dove sono iscritti:
- divieti allo svolgimento di alcune attività per cui le unità immobiliari potrebbero non essere utilizzate per determinate attività, come affitti brevi, studi professionali o centri di massaggio. Queste attività potrebbero essere considerate dannose per la sicurezza o la tranquillità del condominio
- divieti generici ovvero altre clausole che potrebbero vietare genericamente attività che pregiudichino il decoro architettonico, la sicurezza o la quiete del condominio.
In presenza di un divieto nel regolamento, il proprietario potrà svolgere la relativa attività solo se c’è una modifica dello stesso (e per farlo occorre il consenso unanime di tutti i condomini). Se invece non è previsto nessun divieto, l’assemblea condominiale può comunque introdurne uno (anche in questo caso è necessaria l’unanimità di tutti i condomini, non solo di quelli presenti in assemblea).
Anche in assenza di divieti espliciti, vige comunque l’obbligo, per chi affitta un appartamento a breve termine, di garantire che i propri ospiti rispettino la quiete condominiale. Il proprietario dell’appartamento ha quindi l’onere di informare i propri inquilini riguardo alle regole condominiali per evitare conflitti con i condomini.
Dal loro canto, gli affittuari dovranno evitare rumori molesti e rispettare le norme del Codice civile come l’art. 844 del c.c., che limita le immissioni sonore che superano la normale tollerabilità. Un altro aspetto fondamentale è la sicurezza: chi affitta temporaneamente deve raccogliere i dati anagrafici degli ospiti e inviarli alla Questura territorialmente competente, anche telematicamente.
Il mancato rispetto di questo obbligo può comportare sanzioni pesanti, tra cui l’arresto fino a tre mesi e un’ammenda fino a 206 euro.