Basta vessare gli inquilini con canoni di locazione che arrivano alle stelle: gli affitti 2025 possono essere gestiti in maniera pratica, soprattutto dalla parte dei cittadini in crisi.
Le difficoltà economiche sono sempre di più, e questo lo si evince da una società che non riesce a garantire uno stile di vita sereno e sano ai singoli e alle famiglie. Non c’è solo una condizione di precarietà preoccupante, ma ci si scontra con l’aumento dei prezzi che mette in allarme i cittadini che chiedono aiuto ai CAF di fiducia. Questi rispondono, ma bisogna agire con la disdetta anticipata “fatta bene”.
Cosa significa la “disdetta anticipata fatta bene?” Che bisogna agire per tempo, in maniera corretta, soprattutto essendo a conoscenza del rispetto di tutti i requisiti che ne conseguono. Si tratta di una procedura che potrebbe salvaguardare gli interessi di individui e nuclei familiari in condizioni di fragilità.
Attenzione, la fragilità non è solo per chi non lavora e vive uno stato di disagio che gli è conseguente. Ma si sta parlando di una situazione che sta sfiorando il limite della sopportazione. Si tratta di chi pur lavorando, non arriva a fine mese. Quindi, la maggior parte della collettività in questo momento.
L’inflazione ha generato un cospicuo aumento del livello dei prezzi, e gli affitti sono lievitati a loro volta. Il 2025 sarà lo stesso? I numeri non danno né speranze, né tantomeno una condizione di fiducia. Quello che però bisogna decisamente valutare è se si è nelle condizioni di esercitare l’istituto. Ci sono dei casi che permettono una disdetta anticipata, quali sono?
Con la disdetta anticipata si ha dalla propria un istituto disciplinato dalla legge che è dalla parte di chi è in crisi. Disdire un affitto potrebbe essere la conseguenza di molteplici situazioni. Dalla perdita del lavoro, all’arrivo di un figlio, o ancora la casa diventa insalubre e non si può vivere più al suo interno. Queste sono alcune possibilità, ma come fare la disdetta senza sbagliare? Analizzando i casi nello specifico e ogni singola mossa.
Un affitto ordinario dura minimo 4 anni, se si firma per durata inferiore potrebbe essere considerato nullo. Ma se si tratta di “affitti brevi”, la storia è differente, anche perché al giorno d’oggi con l‘incertezza del mercato del lavoro gli spostamenti sono frequenti, e impegnarsi anche solo per 4 anni potrebbe esser complicato per ambe le parti. Quindi, sia per proprietario che per locatore.
Ma come effettuare la disdetta anticipata se non si può più sostenere la spesa del canone o semplicemente ci si vuole trasferire? Innanzitutto, bisogna ricordare che si può intervenire con il “diniego di rinnovo”, proprio dopo i 4 anni. Poiché è noto che allo scadere, l’accordo si rinnova in automatico per lo stesso periodo di tempo.
Questa situazione però non sussiste sempre. Può agire in questo modo il proprietario, inviando almeno 6 mesi prima la decisione di non rinnovare, perché ad esempio vuole andare lui a vivere in quella casa. Anche se volesse ristrutturare o vendere l’immobile, il proprietario può agire con il diniego del rinnovo. In ogni caso, tutto deve essere trasparente e comprovato, per cui il proprietario deve dimostrare. Altrimenti l’inquilino può avanzare un risarcimento per danno subito.
Se però fosse il locatore a voler andarsene, può farlo dopo i primi 4 anni senza rinnovare esercitando il diritto di recesso. Deve inviare con una lettera raccomandata, almeno 6 mesi prima della fine dei 4 anni, il recesso in questione.
Ma la legge si mette dalla parte del singolo che può lasciare la casa anche quando si tratta di periodo di vigenza del contratto, ma per motivazioni gravi. La perdita del lavoro lo è, poiché lo porterebbe pure a non essere in grado di pagare gli affitti. Ancora se il proprietario non fa le ristrutturazioni che servono e la casa è pericolosa, l’inquilino può avanzar la sua richiesta in maniera più che legittima.
Anche nel caso in cui ci siano conflitti gravi tra le parti e ci siano denunce. Così, onde evitare che la questione si protragga nel tempo divenendo eccessivamente onerosa, si può disdire prima e risolvere con questa modalità.
In ogni caso, è importante che siano “motivi gravi” e che si verifichino dopo la firma del contratto. E se non ci sono queste motivazioni? C’è una sola possibilità, quella del “recesso libero”, ma va fatta in principio. Questa è una clausola che deve essere posta nel contratto 4+4. Permette con preavviso di 6 mesi, di lasciare la casa, ma al momento della firma entrambe le parti devono essere d’accordo con questa clausola, sennò non vale.
L'agevolazione sulla benzina tanto attesa è finalmente realtà. Le famiglie non potrebbero essere più felici:…
Gli investitori guardano con attenzione a Banca Mediolanum, al centro di diverse analisi che evidenziano…
Molti Comuni offrono agevolazioni economiche, ma pochi sanno come accedervi facilmente. In questo articolo ti…
Aperture in calo per le borse europee: i mercati stanno rispondendo all’insediamento trumpiano, quali sono…
Hai mai pensato a cosa accadrebbe ai tuoi risparmi se la tua banca fallisse? Il…
E voi ne avete sentito parlare? È conosciuta ormai come “truffa del fotovoltaico”, in tanti…