Secondo una nuova norma, è possibile mandare via di casa il figlio del partner a determinate condizioni. Ecco quando si può fare.
In Italia sono diverse le famiglie allargate: ad esempio quelle in cui una donna con figli convive con il suo nuovo compagno che ha anch’esso dei figli. Convivere in un ambiente sereno in queste circostanze è davvero una bella sfida, e dimostra che l’amore può andare anche aldilà dei legami di sangue.
Eppure, è stata introdotta una nuova norma che, a quanto pare, “non vuole la pace” ma vuole far litigare le famiglie. Infatti, consente di mandare via il figlio del partner a determinate condizioni. Ecco cosa dice la normativa.
Quando si può mandare via di casa il figlio del partner
In Italia sono tanti gli uomini che hanno avuto figli da un precedente matrimonio o da una precedente relazione che convivono con donne che non hanno mai avuto figli, oppure donne che hanno avuto dei figli e che convivono con un nuovo partner che non ha figli. In linea generale non c’è niente di male in questo, anzi ciò dimostra che, anche quando finisce un matrimonio o una relazione, è possibile amare ancora.
Tuttavia, con l’introduzione di una nuova norma, gli equilibri potrebbero saltare e le famiglie potrebbero litigare. Infatti, questa norma consente di poter mandare via di casa il figlio del partner a determinate condizioni. Se infatti il figlio del partner, ormai maggiorenne, non mostra interesse né per gli studi né per la ricerca di un lavoro che gli permetterebbe di diventare autonomo, è possibile cacciarlo di casa.
La decisione tuttavia dipende in base alla proprietà dell’immobile: se è in affitto o di proprietà di entrambi i partner, il compagno del genitore non può decidere di cacciare via il figlio del partner senza avere il consenso del genitore (che può decidere di continuare a dare vitto e alloggio al figlio, anche se maggiorenne). Se invece la proprietà dell’immobile è del partner senza figli, questi può decidere se ospitare o meno il figlio del partner, dato che non ha l’obbligo legale di mantenerlo.
Infatti, se ormai è maggiorenne ma non dimostra interesse per lo studio o voglia di cercare un lavoro, allora può mandarlo via di casa senza nemmeno chiedere autorizzazione al genitore. Chiaramente questa norma potrebbe comportare dei litigi fra le famiglie proprio in questa ipotesi.