Con la crisi di governo e la conseguente dimissione di Draghi, i cittadini italiani potranno dire addio al bonus di 200 euro una tantum.
Il bonus di €200 una tantum, introdotto dal Governo Draghi, ha lo scopo di offrire un sostegno economico alle famiglie a basso reddito, per affrontare la crisi energetica. Tuttavia, con le dimissioni del Premier, è improbabile che nelle prossime settimane si parlerà di proroga del beneficio.
È, dunque, arrivato il momento per gli italiani di dire addio al bonus €200 che è stato erogato con lo scopo di dare un sostegno economico alle famiglie, in questo periodo di crisi economica.
Dopotutto, con le dimissioni di Draghi è probabile che il Governo che resterà in carica si occuperà solo di svolgere gli affari correnti, ovvero quelli già in corso senza proporre nulla di nuovo.
La speranza è che all’indomani delle elezioni d’autunno, il nuovo esecutivo possa riconfermare questa ed altre misure.
Il bonus di €200 è un sostegno introdotto tramite il Decreto Aiuti, l’erogazione è avvenuta in favore di 30 milioni di italiani. Tra questi sono compresi anche i lavoratori dipendenti, gli autonomi senza partita IVA, i disoccupati e i pensionati.
La misura una tantum è erogata tra giugno e luglio 2022, ma per alcune categorie di lavoratori (come gli autonomi) il beneficio è previsto per fine settembre.
Coloro che hanno diritto al bonus di €200 riceveranno l’importo, anche ora il Governo è caduto. Tuttavia, bisogna rinunciare alla possibilità di proroga del beneficio e sperare che il nuovo governo, che sarà eletto ad ottobre, possa confermare questa misura.
Il bonus di €200 è stato un beneficio necessario, che ha permesso di contrastare in parte la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, a causa dell’aumento del tasso di inflazione.
Quando il bonus è stato presentato si era parlato di una misura emessa in due tranche: una in estate e l’altra in autunno/primavera.
Purtroppo la crisi di Governo e le dimissioni del premier Draghi hanno cambiato le carte in tavola e molto probabilmente, prima dell’elezione del nuovo governo, la misura non sarà prorogata.
Dopotutto, il compito del governo dimissionario sarà quello di occuparsi dei cosiddetti affari correnti. In sostanza, l’esecutivo rimane in carica per evitare la paralisi amministrativa. Dunque, il Governo dimissionario s’impegna ad eseguire le operazioni che permettono di garantire la continuità amministrativa al paese. Il suo compito sarà quello di attuare alcune determinazioni già assunte dal Parlamento, prima delle dimissioni.
Inoltre, il Governo uscente sarà chiamato ad adottare solo atti urgenti. Ci stiamo riferendo al compito di emanare decreti legge in casi di urgenza ed esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati.
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