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Prezzi del carburante alle stelle, il Governo pensa di ritoccare le accise

La salita del greggio riparte scontando anche sul carburante le notizie di un prossimo embargo commerciale contro la Russia.

L’accordo Ue destabilizza il decorso a ribasso delle quotazioni incidendo sul prezzo al dettaglio.

I prezzi in forte salita dei carburanti sulla rete italiana era già scontato negli effetti dell’embargo petrolifero su cui Ue si è accordata in questi giorni. Questo riguarderà almeno il 90% della materia prima proveniente dalla Russia. A pagarne i costi è comunque il contribuente, che si tratti di una spesa diretta o un futuro finanziamento del deficit del governo causato da un ulteriore taglio delle accise.

Secondo i dati comunicati dal MISE aggiornati alla mattina del 31 maggio il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self sale a 1,914 euro/litro dal valore precedente di 1,902. Nella stessa categoria il diesel raggiunge gli 1,831 euro/litro in aumento rispetto agli 1,821. Il servito per entrambe le categorie supera invece già i 2 euro al litro.

Gli aumenti più consistenti alle stazioni di servizio; dove conviene fare benzina?

Tra gli aumenti alle stazioni di servizio quelli più consistenti si registrano secondo Quotidiano Energia su Tamoil, con una maggiorazione di 4 e 3 centesimi rispettivamente su benzina e diesel. Segue IP e Q8 e infine Eni che aumenta di soli due centesimi per entrambi i carburanti.

Dopo la diffusione dei dati, la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra ha affermato che è molto probabile che il governo intervenga ancora sulle accise. Il Governo potrà usare la differenza positiva del gettito dell’Iva sui carburanti per calmierare i prezzi. A questo punto risulta molto probabile una proroga oltre 8 luglio del taglio delle accise a cui il governo ha già contribuito con interventi per 30 miliardi di euro.

La misura è comunque un palliativo che non ha l’effetto di far tornare i prezzi entro i livelli precedenti al conflitto; La benzina, nonostante l’intervento del governo pari a 30,5 cent, da due settimane è tornata a prezzi superiori agli aumenti successivi l’invasione dell’Ucraina, ossia ai 1,869 euro al litro relativi alla rilevazione del 28 febbraio. Peggior sorte tocca al gasolio, mai sceso sotto i rialzi seguiti allo scoppio del conflitto, ossia ai 1,740 euro al litro.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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