Negli ultimi giorni considerato l’aumento del prezzo del carburante sono ritornate le solite cicliche riflessioni sulle accise.
Le ultime giornate hanno rivisto al centro del dibattito pubblico un argomento sul quale negli anni numerosi politici hanno ripetutamente fatto promesse poi rivelatesi disattese. Il prezzo della benzina nel nostro paese tende ad aumentare e come sempre accade in questi casi si torna a parlare di accise. Piccole quote, piccole percentuali che fanno riferimento a finanziamenti per lo Stato attraverso la vendita del carburante, prodotto che in un modo o nell’altro il cittadino è obbligato ad acquistare quasi quotidianamente.
Una attenta analisi della natura delle accise in questioni ci riporta ad epoche e dinamiche ormai lontane. Finanziamo campagne di guerra di inizio novecento, finanziamo situazioni di cui forse l’attuale maggioranza degli italiani nemmeno conosce. Finanziamo, si, perchè di fatto a pagare per tutto questo siamo noi cittadini, attraverso piccolissimi importi aggiunti al prezzo della benzina che però sommati tutti insieme danno vita ad un unico importo non del tutto irrilevante, numeri alla mano.
Accise carburante: ecco per cosa continuiamo a pagare lo Stato italiano
Abolendo le accise di cui si è parlato all’inizio di questo articolo arriveremo a pagare un litro di benzina ad un prezzo assolutamente inimmaginabile. Un calcolo veloce ci porterebbe a considerare la somma delle accise capace di portare il prezzo della benzina al 35% dell’attuale prezzo di un litro, cioè 1,577 euro. 0,55 euro, per un litro di benzina dicevamo, mentre per il diesel si arriverebbe a circa il 41% in meno dell’attuale 1,444 euro , cioè 0,559 euro, cifre assolutamente inimmaginabili che danno la cifra dello sproposito di queste piccolissime tasse.
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Complessivamente, in un anno, di fatto, paghiamo di accise, circa 338 euro l’anno per quel che riguara la benzina e 299 euro circa per quel che riguarda il diesel. Nel dettaglio, le accise alle quali facciamo riferimento sono le seguenti:
- 0,0001 euro per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
- 0,007 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 0,051 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 0,038 euro per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 0,106 euro per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 0,0114 euro per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
I prezzi di questi giorni sono i più alti dal 2014 a questa parte. Occorre una attenta analisi circa la reale necessita di alcune di queste accise, nel rispetto delle tasche degli italiani e non solo.