Questa volta la lente di ingrandimento del Fisco è sui versamenti effettuati sul Conto Corrente di Pensionati e Dipendenti: gli accertamenti sono in arrivo.
Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di chiarezza nel merito della questione.
Il Fisco non lascia mai nulla al caso e i controlli messi in atto sono davvero moltissimi. Infatti, la lente di ingrandimento è sempre pronta a scovare le anomalie e richiedere spiegazioni al contribuente. Un aspetto che il Fisco tiene sempre sotto controllo riguarda sicuramente quello dei versamenti effettuati sul proprio conto corrente.
Questa volta però, sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrare potrebbero finirci milioni di pensionati e dipendenti: infatti, gli accertamenti del Fisco stanno controllando i versamenti su questi conti correnti in particolare. Facciamo un po’ di chiarezza e scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Conto corrente di pensionati e dipendenti, gli accertamenti del Fisco sono in corso: ecco di cosa si tratta
Gli strumenti a disposizione del Fisco per effettuare controlli in merito a delle irregolarità riscontrate sono moltissimi. Uno in particolare è quello di analizzare i versamenti effettuati sul conto corrente da parte dei contribuenti. Infatti, il Fisco qualora accerti una maggiore disponibilità di reddito sul proprio Conto corrente attraverso gli accertamenti; chiederà al contribuente di dimostrare che i versamenti sul proprio conto bancario ma, in generale tutti i movimenti, non si riferiscano a redditi imponibili.
In generale, la normativa che disciplina l’accertamento bancario è quella contenuta nell’art.32 del DPR n.600/1973 essa stabilisce che l’onere della prova sia soddisfatto analizzando i dati analitici e gli elementi che risultano dall’analisi del Conto Corrente.
Si tratta, quindi, di una vera e propria inversione dell’onere della prova in quanto vi è la presunzione legale che tutti gli accrediti o addebiti avvenuti sul conto corrente siano riconducibili all’attività economica del contribuente. Infatti, qualora così non fosse spetterà al contribuente dimostrare il contrario.
Il caso nel dettaglio e la sentenza della Cassazione
Il caso in questione riguarda un contribuente a cui tramite un accertamento fiscale relativo ai versamenti sul proprio conto corrente a cui è stato contestato di non averli giustificati analiticamente come previsto dalle Normative in materia. Infatti, in primo grado il ricorso è stato rifiutato dalla Commissione Tributaria di Bolzano.
Tuttavia, il caso è stato successivamente esaminato dalla Corte di Cassazione che attraverso l’Ordinanza n. 18245/2022 ha confermato la presunzione legale che prevede proprio che i versamenti ingiustificati sul conto corrente vadano imputati a reddito anche se ciò riguarda i dipendenti e pensionati. Infatti, nel caso in questione la Corte non ha ritenuto valide le informazioni fornite dal contribuente.
Infine, è bene precisare come l’ordinanza della Cassazione confermi che i versamenti effettuati su conto corrente presumono una maggiore disponibilità reddituale. Tutto ciò sempre in assenza di una eventuale dimostrazione che giustifichi il contrario da parte del contribuente.