Quanto incideranno i nuovi parametri sulla pensione che riceverai? Ecco come questo aggiornamento può influenzare il tuo assegno mensile e quali strategie puoi adottare per limitare le perdite.
Un cambiamento che potrebbe sembrare piccolo, ma che nel lungo termine fa la differenza.
Gennaro e Sabrina hanno trascorso anni a lavorare sodo, accumulando contributi con la speranza di una pensione serena.
Lui, 67 anni e prossimo alla pensione, lei, qualche anno più giovane, ma già con un occhio rivolto al futuro. Il loro piano sembrava solido, fino a quando non hanno scoperto che dal 1° gennaio 2025 i coefficienti di trasformazione subiranno un nuovo aggiornamento.
Un piccolo numero, una leggera variazione percentuale, ma il risultato finale cambia più di quanto ci si aspetti. In effetti, quei decimali in meno significano meno soldi in tasca ogni mese. Un dettaglio che pesa sulle decisioni di chi si sta preparando a lasciare il lavoro e a godersi la meritata pensione.
I coefficienti di trasformazione sono un elemento chiave del sistema pensionistico contributivo: servono a convertire il totale dei contributi versati in un assegno pensionistico annuale. Più si ritarda l’uscita dal lavoro, più il coefficiente è alto, traducendosi in un importo mensile maggiore. Questo perché chi va in pensione più tardi, statisticamente, la percepirà per meno anni.
Nel 2025, i coefficienti subiranno un lieve calo rispetto al biennio 2023-2024. Per esempio, per chi va in pensione a 67 anni, il coefficiente scenderà dal 5,723% al 5,608%. Questo significa che, a parità di contributi, la pensione annua sarà più bassa.
Gennaro ha fatto i conti: con 300.000 euro di montante contributivo, nel 2024 avrebbe ricevuto una pensione annua di 17.169 euro (circa 1.431 euro al mese). Dal 2025, con il nuovo coefficiente, riceverà 16.824 euro (circa 1.402 euro al mese). Una differenza di 345 euro l’anno, ovvero circa 29 euro in meno al mese.
Questo cambiamento non è casuale, ma il risultato di tre fattori principali:
Aumento dell’aspettativa di vita: Più si vive, più tempo si percepisce la pensione, quindi il sistema adegua i coefficienti per garantire sostenibilità.
Sostenibilità del sistema pensionistico: L’obiettivo è evitare squilibri finanziari che possano mettere a rischio i futuri pensionati.
Adeguamenti statistici e demografici: Le variazioni sono stabilite periodicamente per riflettere le dinamiche economiche e sociali.
Sabrina, che ha ancora qualche anno davanti prima di ritirarsi, si è chiesta come poter limitare l’impatto di questi cambiamenti sulla sua futura pensione. Esistono alcune strategie per compensare la riduzione dell’assegno pensionistico:
Prolungare la carriera lavorativa: Anche solo un anno in più può aumentare il coefficiente e il montante contributivo.
Versare contributi volontari: Per chi ha buchi contributivi, questa è una soluzione efficace per incrementare il totale accumulato.
Usare fondi pensione integrativi: Investire in una pensione complementare può aiutare a mantenere un tenore di vita adeguato.
Per Gennaro, ormai prossimo alla pensione, l’unica opzione rimasta è accettare la riduzione. Ma per chi, come Sabrina, ha ancora margine di azione, vale la pena valutare con attenzione ogni possibilità.
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