I contribuenti potrebbero ritrovarsi a pagare di più con il proprio 730 per il 2025: i commercialisti spiegano cosa significa la maggiorazione
Brutte notizie per milioni di contribuenti italiani. Il sistema fiscale rischia di trasformarsi in una vera e propria trappola, e i commercialisti stanno cercando di fare luce sulle aliquote provvisorie che starebbero costringendo i cittadini a pagare più del dovuto. Ma come è possibile tutto ciò?
Bisogna far riferimento in particolare alle novità che sono partite dal 1° gennaio 2025. Il nuovo anno, infatti, ha portato novità normative dal punto di vista della compilazione del 730.
Con questo nuovo schema adottato dal Governo, i commercialisti hanno previsto che molti contribuenti si ritroveranno a dover anticipare somme più alte del dovuto, con il rischio di aspettare mesi per ottenere l’effettivo rimborso. Una situazione paradossale che potrebbe mettere in difficoltà lavoratori e pensionati, già alle prese con un carico fiscale pesante.
Il meccanismo è semplice ma al tempo stesso insidioso per chi si ritrova a pagare: gli acconti Irpef di novembre 2024 verranno calcolati in base alle vecchie aliquote, mentre le nuove potrebbero essere più basse. In sostanza questo significa che chi paga in anticipo rischia di versare più tasse rispetto a quelle effettivamente dovute nel 2025.
Il problema ha radice dall’incertezza normativa: il Governo ha annunciato modifiche alle aliquote con l’ultima Legge di Bilancio confermata a dicembre, ma senza un intervento immediato gli acconti seguiranno ancora il vecchio sistema. Quale sarà quindi il risultato?
Che lo Stato incasserà di più, mentre i cittadini dovranno attendere un conguaglio che potrebbe arrivare solo l’anno successivo, ovvero nei prossimi mesi.
L’Associazione Nazionale dei Commercialisti chiede chiarezza immediata per evitare un’ingiustizia fiscale. “Senza un correttivo, milioni di italiani saranno costretti a versare cifre più alte senza motivo” hanno avvertito molti specialisti sui forum. Facendo luce sul problema emerge il rischio di confusione normativa: anticipare i soldi allo Stato per un problema burocratico?
Riducendo da quattro a tre gli scaglioni di reddito e seguendo la revisione totale di tutte le aliquote, il calcolo dell’imposta dovrebbe in realtà essere più leggero per un’ampia fetta di popolazione, ma con il mancato aggiornamento delle aliquote, chi paga in anticipo si ritroverà a calcolare il 730 sulle indicazioni relative al 2024.
Tutto ciò avviene perché dal punto di vista burocratico si segue il ‘metodo storico’, attraverso il quale si versa l’acconto IRPEF l’anno prima per l’anno dopo, prendendo in riferimento l’imposta dovuta l’anno precedente. In questo caso se le aliquote vengono calcolate sui quattro scaglioni, è chiaro che molti contribuenti si ritroveranno a pagare di più fin quando non verrà reso definitivo il ricalcolo degli acconti, ritrovandosi dipendenti da un eventuale conguaglio non ancora programmato.
Un peso inutile per le tasche dei cittadini. Ci sarebbe bisogno di un aggiornamento delle regole di calcolo degli acconti per risolvere la problematica, ed è per questo che ciò che consigliamo di fare a tutti i contribuenti è in primis sentire i consigli del proprio commercialista in merito alla questione. In secondo luogo non smettere di monitorare le decisioni del Governo per capire se verranno introdotte repentine norme correttive, e infine accantonare qualche somma in più in modo da non trovarsi in difficoltà per l’eventuale pagamento in esubero.
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