Il 31 marzo è una data da segnare. Dopo tale termine, infatti, non sarà più possibile usare PostePay per certe funzioni. Ecco cosa sta per succedere.
Negli ultimi anni usare una PostePay si è rivelato molto utile a milioni di utenti, anche giovanissimi. L’idea (geniale) che portò Poste a sponsorizzare e a incentivare l’uso di una carta ricaricabile fu semplicemente geniale. Nata nel 2018, ha ottenuto immediato successo grazie a tanti fattori. Prima di tutto, la possibilità anche per chi non ha un conto corrente di pagare elettronicamente. Le commissioni, di solamente 1€, per prelevare e versare i soldi nella carta, sono chiare e “senza sorprese”. Niente canone mensile, niente obblighi di ricarica, solamente tanta libertà. E soprattutto la PostePay ha offerto un maggior senso di sicurezza negli acquisti online.
Non dimentichiamoci che molte persone hanno paura (e non completamente a torto) a fornire i dati della carta di credito durante una transazione in Internet. I protocolli di sicurezza sono molto efficaci anche nei negozi virtuali, ma i timori restano. Anche perché le truffe perpetrate dai cyber criminali sono sempre più numerose. Dunque, poter ricaricare una carta con cifre esigue, ha permesso a molti di entrare anche nel ricco mercato della rete. L’utente sa che, anche nell’ipotesi remota che la carta venisse clonata, i criminali non potrebbero usarla in quanto all’interno non c’è “niente”.
Negli anni successivi al 2018 è nata anche la PostePay Evolution, con più funzionalità e il codice Iban, quindi una carta che permette di effettuare e ricevere bonifici. Proprio come un conto corrente bancario ma senza le spese, e soprattutto sempre con la sicurezza di non mettere in pericolo i propri risparmi. Certo, purtroppo ci sono tante truffe che danneggiano i cittadini che hanno le carte delle Poste, proprio come ne esistono per ogni settore. Ma se utilizzata con coscienza e un po’ di “furbizia”, la PostePay protegge da ingenti danni. Che possono capitare, invece, a chi ha un conto, magari il fido, e si vede svuotare di tutti gli averi in un batter d’occhio. Ma allora, perché dal 31 marzo non si potrà più usare? In realtà, si attiverà solamente una limitazione: ecco quale.
Forse qualcuno si ricorda che un anno fa la PostePay introdusse una funzione molto conveniente: il Cashback. Anche sull’onda delle intenzioni del Governo, ovvero quelle di incentivare l’uso del denaro elettronico, promosse l’iniziativa. In pratica, chi fa acquisti in determinati esercizi aderenti riceve indietro una parte dei soldi che ha speso. Tramite l’uso di un QR Code durante la transazione, si “riprendono” almeno 3€ spendendone minimo 10. Con un massimo di 15€ al giorno. Facendo due conti, in fondo al mese sono tanti bei soldini che tornano indietro!
Il Cashback è una forma di vantaggio offerto ai clienti usata da molte realtà, indipendentemente dall’iniziativa “inventata” da Conte all’epoca del suo Governo. Gli store online, ma anche alcuni fisici, “premiano” i clienti con un ritorno di denaro. Ogni attività ha le sue regole, ma in linea generale si accumulano soldi (veri) ad ogni acquisto. Ovviamente bisogna attivare un “portafogli virtuale” creando un account sul sito di quel negozio. Una volta raggiunta una certa soglia, (40, 50, 100€ e così via), l’utente può riprendere i suoi soldi. E riscattarli sotto forma di buoni acquisto per quel negozio, ma anche come Buoni Amazon, e persino riceverli sul conto PayPal. Quindi poi trasformabili in soldi reali.
Purtroppo però, almeno per quanto riguarda PostePay questa comoda funzione terminerà presto, cioè il 31 marzo 2022. Conviene dunque correre a fare gli ultimi acquisti per accumulare qualche soldo. E chissà che, a seguito del successo ottenuto, Poste non decida di rinnovare la promozione.
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