C’è un modo di pensare ai mercati che sembra logico, ma in realtà è una trappola. Quando vedi un’azione crollare dai massimi, ti viene spontaneo pensare: “Se torna lì, faccio un sacco di soldi!”. Ma questo ragionamento, all’apparenza sensato, può portare fuori strada.
Le azioni Stellantis oggi fanno scuola, ma la logica distorta che vedremo si applica a qualsiasi titolo che ha perso quota. Anche a nomi grossi come STM o Saipem o tanti altri che perdono dai massimi raggiunti.

Giacomo è un risparmiatore curioso, uno che ama fare i conti. Un giorno si mette davanti al grafico di Stellantis, nota che nel 2024 l’azione toccava i 25,60 euro, mentre oggi siamo a 8,776. Lui fa subito un calcolo: se tornasse ai massimi, guadagnerei il 192%. Anche se ci volessero 10 anni, sarebbe quasi il 19% l’anno. E se ci volessero solo 5 anni? Quasi il 40% annuo. Una miniera d’oro, pensa. Ma è davvero così?
Il calcolo non basta: ciò che sembra razionale può essere pericoloso
Questo tipo di ragionamento, all’apparenza brillante, è in realtà molto insidioso. Le azioni Stellantis vengono qui solo usate da Giacomo come base per un calcolo, ma l’errore è nel metodo. Basta pensare a STM, che è passata da 49,65 a 17 euro, o a Saipem, da 2,79 a 1,78.

Vale per loro come per qualunque titolo, anche per chi è sceso solo del 10 o 15%. L’idea che “prima o poi tornerà su” si basa su una speranza, non su dati solidi.
Anche se oggi il consenso degli analisti su Stellantis è positivo (rating “Accumulate” su 24 analisti, con target medio a 13,53 euro e un +54,18% potenziale), nessuno può garantire che quei massimi vengano rivisti. Nella storia dei mercati, ci sono aziende enormi che non hanno più toccato i loro picchi nemmeno dopo vent’anni. Alcune sono rimaste ferme, altre sono persino fallite.
Giacomo guarda al passato e dà per scontato che rappresenti il futuro. Ma non tiene conto di fattori imprevedibili: crisi settoriali, cambi tecnologici, concorrenza, strategie aziendali che non funzionano. Dal primo marzo 2025, ad esempio, Stellantis ha fronteggiato un rallentamento della domanda in Nord America, pressioni sindacali in Europa e un’agguerrita concorrenza nel comparto elettrico. Tutti elementi che incidono.
I livelli tecnici oggi vedono un supporto di breve a 8,50 euro e una resistenza a 9,20. Sul medio periodo, i riferimenti principali sono 7,80 e 11,00 euro. Salire sì, ma con quanta forza e in quanto tempo?
Il punto è che Giacomo crede di ragionare in modo logico, ma in realtà sta inseguendo un numero. Un punto sul grafico. E lo fa perché l’idea di “aver trovato l’occasione della vita” è seducente. Ma cosa succede se quell’occasione non esiste? O se il titolo resta lì dov’è per anni?