Le nuove soglie di esenzione fiscale per i fringe benefit nel 2025 cambiano le regole del gioco per tanti lavoratori.
Quali sono i vantaggi reali e come si applicano ai diversi casi? Ecco tre esempi pratici che spiegano nel dettaglio cosa significa questa novità per Giuliano, Marta e Davide.
Immagina di ricevere dal tuo datore di lavoro benefit come buoni pasto, il rimborso dell’affitto o una polizza sanitaria. Questi vantaggi, chiamati fringe benefit, possono essere esentasse, ma solo entro certi limiti.
La Legge di Bilancio 2025 ha modificato le soglie di esenzione, differenziandole a seconda della situazione familiare e lavorativa del dipendente.
Come funzionano le nuove soglie di esenzione fiscale?
Giuliano è un impiegato in un’azienda di logistica e non ha figli fiscalmente a carico. Il suo datore di lavoro gli offre fringe benefit sotto forma di buoni pasto, buoni carburante e rimborso utenze domestiche. La normativa prevede che per i lavoratori senza figli il limite di esenzione fiscale sia di 1.000 euro annui.
Se il totale dei fringe benefit ricevuti resta entro questa soglia, Giuliano non dovrà pagare tasse su di essi. Ma se l’importo supera i 1.000 euro, l’intero valore diventa imponibile ai fini fiscali e contributivi.
Esempio pratico:
- 600 euro in buoni pasto
- 300 euro in buoni carburante
- 100 euro per le utenze domestiche
Totale: 1.000 euro (non imponibile). Se invece il datore di lavoro gli concedesse 1.200 euro in fringe benefit, l’intera somma sarebbe tassabile.
Marta lavora in una multinazionale ed ha due figli a carico. Per lei, la Legge di Bilancio 2025 stabilisce una soglia di esenzione fiscale più alta, pari a 2.000 euro annui. Questo significa che i fringe benefit ricevuti entro questo limite non verranno tassati.
Il suo datore di lavoro le offre una polizza sanitaria, buoni spesa e un rimborso per l’affitto. Vediamo come si applica la normativa nel suo caso.
Esempio pratico:
- 800 euro in buoni spesa
- 500 euro per la polizza sanitaria
- 700 euro di rimborso affitto
Totale: 2.000 euro (non imponibile). Se il datore di lavoro aumentasse i fringe benefit a 2.500 euro, l’intero importo diventerebbe tassabile.
Quali vantaggi per i lavoratori?
Davide è stato assunto a tempo indeterminato il 1° febbraio 2025 in una società tecnologica. Nel 2024 il suo reddito era inferiore a 35.000 euro e per il nuovo lavoro si è trasferito a 120 km dalla sua precedente residenza.
Grazie alla nuova normativa, rientra nelle agevolazioni per neoassunti e può beneficiare di un’esenzione fiscale fino a 5.000 euro annui per i primi anni dall’assunzione. Questa somma può coprire affitto e spese di manutenzione dell’appartamento locato, anche se rimane rilevante per il calcolo dell’ISEE.
Esempio pratico:
- 4.800 euro annui di rimborso affitto (esente da tasse)
- 3.000 euro per manutenzione straordinaria dell’appartamento
Poiché la somma supera i 5.000 euro, solo 200 euro di spese di manutenzione diventano tassabili. Se invece l’azienda gli rimborsasse 6.000 euro, l’intero importo sarebbe soggetto a tassazione.
Le nuove soglie di esenzione fiscale permettono ad alcuni lavoratori di ottenere maggiori vantaggi senza impatti fiscali, ma impongono limiti ben precisi. Chi non ha figli a carico deve stare attento a non superare i 1.000 euro, mentre chi ha figli gode di un’esenzione più ampia fino a 2.000 euro. I neoassunti con trasferimento, invece, possono beneficiare di una soglia più alta, fino a 5.000 euro.